Mario Draghi: da dove viene e, soprattutto, dove andrà adesso
Ha ottenuto la fiducia al Senato, ma con soli 95 voti a suo favore e 38 contrari e un'ampia parte delle forze politiche (Forza Italia, Lega e 5Stelle) che, addirittura, non ha votato. Per Mario Draghi si è trattato, quindi, di una fiducia che, in realtà, non garantiva la maggioranza necessaria per governare, ovvero di una fiducia che, in realtà, non lo era.
È con questo risultato, il più basso ottenuto da questo governo durante la sua legislatura, che Mario Draghi chiude la sua avventura come Presidente del Consiglio.
Nel suo intervento in Aula per annunciare la sua intenzione di rassegnare le dimissioni al Presidente Mattarella alle prime ore del 21 luglio 2022, Draghi ringrazia tutti, anche coloro che, secondo l'Economist, sono "partner trasformatisi in avversari".
È commosso, ma ci scherza su, facendo un richiamo ad una barzelletta che pochi giorni fa aveva raccontato durante una cena dei corrispondenti in Italia della stampa estera, ricordando il suo passato da Governatore della Banca Centrale Europea.
"Mi viene in mente la storia di quella persona che sta aspettando un trapianto di cuore e i medici gli dicono: ‘Abbiamo due possibilità: il cuore di un giovane di 25 anni in splendida condizione fisica e quello di un banchiere centrale di 86 anni. Cosa sceglie?’. E il paziente in attesa di trapianto risponde: ‘Il secondo, quello del banchiere centrale’. ‘Ma come, scusi?’, gli dicono stupiti i medici. E lui: ‘Eh, ma il cuore del banchiere centrale non è mai stato usato'” aveva detto, ironicamente, ai presenti.
E poco più di una settimana dopo, di fronte alla calorosa accoglienza di giovedì 21 luglio alla Camera e a uno dei momenti sicuramente più difficili della sua carriera, eccolo il ghigno a quella battuta: "Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato... a volte".
Ma chi è Mario Draghi? Qual è la sua storia? E cosa farà da oggi in poi? Scopriamolo insieme.
Mario Draghi è nato a Roma, nel quartiere Pinciano, il 3 settembre 1947. La sua infanzia è segnata da un grave lutto: a 15 anni perde i suoi genitori, il padre Carlo, banchiere della BNL, prima, e la madre Gilda, farmacista, poco dopo. A crescere lui e i suoi due fratelli minori, Andreina e Marcello, ormai rimasti orfani, ci pensa la sorella del padre, ma, da fratello maggiore, Draghi avvertirà sempre un forte senso di responsabilità nei confronti della sua famiglia.
In un'intima intervista concessa a Die Zeit nel 2015, ricordando questo periodo della sua vita, dirà: "Ricordo quando, a 16 anni, tornai dalle vacanze al mare con un amico. Lui tornò a casa e poteva fare quello che voleva. Io, al contrario, dovevo affrontare una pila di lettere da smistare, bollette che dovevano essere pagate. Ma i giovani non pensano troppo a ciò con cui hanno a che fare e su come dovrebbero farlo. Semplicemente lo fanno. Questo è importante, questo è ciò che impedisce loro di deprimersi anche in circostanze avverse."
A Roma, Draghi frequenta il liceo classico dell'Istituto Massimiliano Massimo, a pochi passi dalla Basilica di San Pietro e Paolo, lo stesso frequentato da altri futuri personaggi chiave dell'economia italiana, come Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente di FIAT, Ferrari e Alitalia.
Foto: PaoloGeno, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
Nel 1970 consegue la laurea in Economia con il massimo dei voti presso l'Università La Sapienza di Roma, discutendo una tesi sul Piano Werner, intitolata "Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio": ironia della sorte, il futuro presidente della BCE nella sua tesi ha affrontato proprio il progetto di moneta comune e lo ha fatto in chiave critica, sostenendo che non sussistessero i presupposti per un mercato unico. Almeno, all'epoca.
Terminati gli studi alla Sapienza, nel 1971 vola negli Stati Uniti, per un periodo di prova come special student presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology). Verrà poi selezionato tra i 20-25 studenti ammessi al dottorato, ottenendo il PhD nel 1976. Suoi compagni di studi sono 5 Nobel: Bob Solow, Paul Samuelson, Franco Modigliani (che supervisionerà la sua tesi di dottorato), Bob Engle e Peter Diamond.
La tesi dottorale di Draghi, intitolata "Essays on Economic Theory and Applications", è costituita da 3 diversi saggi: il 1º sull'andamento della produttività rispetto al PIL, il 2º sulle condizioni sotto cui una svalutazione della moneta ha effetti positivi sulla bilancia dei pagamenti e il 3º sulla scelta tra crescita e obiettivi di breve termine. Di quest'ultimo, la conclusione è rilevante ancora oggi: “se si opta per un percorso di stabilizzazione di breve periodo, l’ottimo di lungo periodo non sarà mai raggiunto”
Foto: Markus Spiske / Unsplash
Sul NY Times, Paul Krugman lo annovera tra i membri della cosiddetta "M.I.T. Gang", ovvero di quel gruppo di Economisti formatisi al M.I.T., in particolare titolari di dottorati negli anni ’70, come Olivier Blanchard (ex capo economista del FMI) o Stanley Fischer (ex vice presidente della Federal Reserve System, la banca centrale degli Stati Uniti), che giocheranno un ruolo di primo piano in politica e nelle pubbliche istituzioni in tutto il mondo occidentale.
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Da sempre molto riservato, si sa poco sulla sua famiglia. Altrettanto discreta è, infatti, sua moglie, Maria Serena Cappello, di nobili origini (è una discendente di Bianca Cappello, sposa del Granduca di Toscana Francesco de’ Medici), che ha sposato proprio in quegli anni, nel 1973, e insieme alla quale ha due figli, Francesca e Giacomo.
Mario Draghi è chiamato "l'Americano", proprio per il periodo trascorso negli USA, ma anche "Professore", un soprannome legato alla sua esperienza docente: dal 1975 al 1978, infatti, Draghi è professore incaricato nelle università di Trento, Padova, Ca' Foscari di Venezia e presso la Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" dell'Università di Firenze. A Firenze ricopre l'incarico di professore ordinario di Economia e politica monetaria dal 1981 al 1991.
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Alla carriera accademica, dal 1983 Mario Draghi affianca anche la sua presenza nelle istituzioni pubbliche, come consigliere economico di Giovanni Goria, all'epoca ministro del Tesoro. Sul fronte internazionale, nel 1984 viene nominato direttore esecutivo della Banca Mondiale, incarico che manterrà fino al 1990.
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Gli anni '90 coincidono per il nostro paese con gli anni delle grandi privatizzazioni delle aziende italiane a partecipazione statale, un processo burrascoso che vedrà Draghi assumere un (controverso) ruolo da protagonista: nel 1991 è nominato Direttore generale del Tesoro (incarico che mantiene fino al 2001) e sarà proprio lui a curare le più importanti privatizzazioni.
Foto: Unknown authorUnknown author, Public domain, via Wikimedia Commons
Dal 1993 al 2001 è, appunto, Presidente del Comitato Privatizzazioni e, in questo frangente, gioca un ruolo decisivo, che gli costa anche l'accusa di aver "svenduto" il patrimonio statale. Tra le aziende che verranno privatizzate c'erano i colossi IRI, Telecom, Eni ed Enel.
Verrà molto criticata, ad esempio, la sua presenza, nel giugno 1992, a bordo dello yacht HMY "Britannia" della regina Elisabetta II, che ospitava una riunione tra banchieri inglesi e alcuni manager ed economisti italiani.
In realtà Mario Draghi fece solo un breve saluto prima che la nave lasciasse il porto, ma fu sufficiente: per molti era colpevole di aver favorito le trattative con le banche d'affari estere, invece di velare per gli interessi dello Stato italiano.
Di molte di queste aziende, tra cui ENI, IRI, BNL e IMI, durante la sua carriera, Draghi è stato membro dei consigli d'amministrazione.
Al 1998 risale la legge conosciuta come "Legge Draghi" (Decreto Legge del 24 febbraio 1998 n. 58, entrato in vigore nel luglio 1998), ovvero il testo unico sulla finanza che introduceva la normativa per l'OPA (Offerta Pubblica di Acquisto), con l'obbligo di lanciarla per chi acquista oltre il 30% di una società, e la scalata delle società quotate in borsa.
La Legge Draghi venne messa a dura prova molto presto, nel 1999, con la scalata dell'Olivetti di Roberto Colaninno (a destra nella foto, insieme a Gianni Agnelli) su Telecom. Seguiranno la liquidazione dell'IRI e le privatizzazioni di ENI, ENEL, Credito Italiano e Banca Commerciale Italiana.
Altra "macchia nera" sul curriculum di Mario Draghi, utilizzata molto spesso dai suoi detrattori, è l'incarico, ricoperto dal 2002, come vice chairman e managing director per l'Europa di Goldman Sachs, quarta banca d'affari al mondo, e, dal 2004 al 2005, membro del comitato esecutivo del gruppo.
Draghi viene accusato di essere coinvolto negli swap organizzati da Goldman Sachs GS.N con il governo greco, ovvero nella vendita di derivati alla Grecia che permetteranno al paese ellenico di entrare nell'Euro. In realtà, questa vicenda venne conclusa nel 2001 quando Draghi non era ancora entrato a far parte della banca d'affari statunitense e, stando a un comunicato della BCI riportato da Reuters, era, pertanto, estraneo ai fatti.
Alla fine del 2005 viene nominato Governatore della Banca d'Italia, il primo con un mandato a termine di sei anni, rinnovabile, per Statuto, una sola volta (dopo lo scandalo "Bancopoli" che coinvolse il predecessore di Draghi, Antonio Fazio).
Il 16 maggio 2011, l'Eurogruppo ufficializza la candidatura di Draghi alla presidenza della BCE (Banca centrale europea), dopo l'accordo preso dai ministri della zona euro, la nomina definitiva arriva il 24 giugno successivo.
Come Presidente della BCE, nel 2012 Draghi si trova a dover fronteggiare una crisi economica che attanaglia l'Europa, che mette in pericolo la stabilità dell'euro (e la sua stessa sopravvivenza). La risposta della BCE è il cosiddetto quantitative easing, un'iniezione di liquidità straordinaria a medio termine per le banche. Il 26 luglio 2012 pronuncia un celebre discorso, in cui promette di salvare l'euro "whatever it takes".
"Nell'ambito del nostro mandato, la BCE è pronta a fare tutto il necessario per preservare l'Euro. E credetemi sarà abbastanza." dichiarerà Draghi. Il suo operato gli varrà l'appellativo di "salvatore dell'Euro".
Le sue azioni lo portano ad essere nominato nel 2012 uomo dell'anno dai quotidiani inglesi Financial Times, che lo definisce "l'italiano determinato a salvare l'euro", e The Times.
Il mandato di Mario Draghi come presidente della BCE termina nel mese di ottobre 2019: a succedergli è la francese Christine Lagarde. "È il momento di avere più Europa, non meno. Ci serve un'Europa più forte" dirà nel suo discorso di commiato.
A febbraio 2021, con la pandemia che impazza e nel mezzo di una crisi di governo, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo convoca, con l'intenzione di affidargli la formazione di un nuovo governo, "un governo di alto profilo", un incarico che aveva sfiorato già nel 2008, quando il suo nome venne fuori come possibile successore di Romano Prodi. Tutto il resto è storia.
Chiusa la porta di Palazzo Chigi, sede del Governo e residenza del presidente del Consiglio, ci si interroga su quale sarà la prossima mossa dell'ex premier. Fino alle prossime elezioni del 25 settembre, in ogni caso, manterrà le funzioni proprie della sua carica, ma, ovviamente, con molti meno poteri.
Draghi compirà 76 anni il prossimo 3 settembre e sembra abbastanza improbabile che accetti offerte dai partiti politici per entrare nelle loro file per le prossime elezioni in autunno, nonostante una parte dell'opinione pubblica sarebbe favorevole. Cosa farà allora? Tornerà a fare il pensionato?
Si specula su un suo possibile futuro al Quirinale, ma, dopo la conferma dell'incarico a Mattarella, ci sarebbero 7 anni da aspettare prima di vederlo salire al Colle.
Molto più plausibile, per questioni temporali, potrebbe essere l'ipotesi di una nomina come segretario generale della Nato, visto l'imminente termine del mandato di Jens Stoltenberg il 30 settembre 2023 (salvo ulteriore proroga, dopo le due concesse nel 2020 e nel 2022).
Un'altra ipotesi vede Mario Draghi come un possibile papabile alla Presidenza della Commissione Europea. Anche Ursula von der Leyen, infatti, terminerà prossimamente il suo mandato, il 31 ottobre del 2024.
Le ipotesi su un possibile incarico futuro di Mario Draghi, però, lasciano il tempo che trovano. Fino al 25 settembre, data fissata per le elezioni, Draghi resterà in carica, anche se non potrà più contare su pieni poteri, a meno che non ci siano imprevisti o questioni che richiedano un'azione immediata. In ogni caso, ci saranno numerosissimi "affari correnti" a tenerlo impegnato.
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