È vero che bisogna soffrire per avere successo?

Gli ingredienti del successo
Un discorso da capo
Il ruolo della resilienza
Costruisci il tuo personaggio
Soffri con gioia
Nessun dolore nessun guadagno
Grandi autori a sostegno
Il dolore come componente della vita
Una visione molto radicata
Ogni cosa ha un prezzo
Superare le sfide
Sviluppo del cervello
La corteccia cingolata media anteriore
Un'arma a doppio taglio
Un po' come lo stress
Sindrome dell'impostore
Il successo porta felicità?
Gli ingredienti del successo

Il successo dipende soprattutto dalle nostre capacità e dal nostro lavoro? Secondo Jensen Huang, fondatore e CEO di Nvidia, azienda tecnologica attualmente favorita dai mercati azionari, sarebbe necessario un altro ingrediente.

Un discorso da capo

In un discorso tenuto recentemente ai laureati dell'Università americana di Stanford, il self-made man americano di origine taiwanese ha elogiato la sofferenza come motore del successo.

Il ruolo della resilienza

Affermando che “la resilienza gioca un ruolo importante nel successo”, il relatore ha augurato al suo pubblico di “vivere momenti di sofferenza”.

Costruisci il tuo personaggio

“Il successo viene dal carattere. E il carattere non è forgiato dall’intelligenza, è forgiato dalla sofferenza. E quindi se potessi augurare – non so come – a tutti voi studenti di Stanford, vi auguro una buona dose di dolore e sofferenza”, ha detto Jensen Huang.

Soffri con gioia

"Ancora oggi utilizzo la frase 'dolore e sofferenza' all'interno della nostra azienda con grande entusiasmo - 'Questo causerà molto dolore e sofferenza' - e lo sento con gioia perché vuoi formare , vuoi affinare il carattere della tua azienda”, ha concluso.

Nessun dolore nessun guadagno

Il boss di Nvidia ha ripreso a modo suo un vecchio adagio americano: “No Pain, No Gain” (“Nessun dolore nessun guadagno” in italiano).

Foto: Jacqueline Day/Unsplash

Grandi autori a sostegno

Questa visione del successo è stata teorizzata da autori classici, come il drammaturgo Pierre Corneille, autore della famosa citazione: “A vincere senza pericolo, si trionfa senza gloria”.

Il dolore come componente della vita

Per Friedrich Nietzsche il dolore non è un bene o un male in sé, ma è parte integrante di ciò che conta di più: la vita. “Vivere è soffrire, sopravvivere è trovare un significato alla propria sofferenza”, scriveva il filosofo tedesco.

Una visione molto radicata

Per Ismaël Le Mouël, imprenditore sociale citato da 'Welcome to the Jungle', "questa idea di sacrificio personale per raggiungere uno scopo più alto è molto radicata nelle nostre società".

Foto: Sander Sammy/Unsplash

Ogni cosa ha un prezzo

Questa visione è del resto condivisa da Alain Goetzmann, coach di leadership e management, citato dagli stessi media: “Per essere il migliore, bisogna accettare la sofferenza. Soffrire oggi, per avere successo domani.”

Foto: Annie Spratt/Unsplash

Superare le sfide

Ma perché questa idea è così diffusa? Secondo 'Forbes', "le avversità e il disagio possono spingerci" a sviluppare "il carattere, le capacità e la determinazione necessarie per il successo".

Foto: Derek Owens/Unsplash

Sviluppo del cervello

Questo potrebbe effettivamente essere collegato allo sviluppo del cervello. A sostegno di questa idea, "Forbes" cita gli scambi tra David Goggins, un comandante della marina in pensione e corridore di ultramaratona, e il neuroscienziato Andrew Huberman.

Foto: Bret Kavanaugh/Unsplash

La corteccia cingolata media anteriore

Questo dialogo ha evidenziato l’importanza della corteccia cingolata mediana anteriore, un’area del cervello associata alla volontà e alla determinazione, che verrebbe stimolata da situazioni di disagio e stress.

Foto: Milad Fakurian/Unsplash

Un'arma a doppio taglio

Il problema? Quest'arma può essere tanto efficace per alcuni quanto controproducente per altri, come sottolinea Yannis Sioudan, professionista della comunicazione intervistato da "Welcome to the Jungle".

Foto: Chris Yang/Unsplash

Un po' come lo stress

“La paura, le esitazioni mi hanno messo alla prova, ma mi hanno anche permesso di osare, mi hanno posto davanti a una sfida. Un po’ come lo stress, o motiva o blocca tutto", confida. La prova che la terapia d'urto non sempre funziona!

Foto: Kyle Glenn/Unsplash

Sindrome dell'impostore

Per uno studente di medicina intervistato dagli stessi media, le imposizioni troppo forti possono minare la fiducia in noi stessi perché “ci danno l'impressione di non soddisfare mai le nostre richieste personali”, il che favorirebbe lo sviluppo della sindrome dell'impostore.

Foto: Evan Mach/Unsplash

Il successo porta felicità?

Infine, il successo porta necessariamente felicità, soprattutto quando è ottenuto attraverso un’intensa sofferenza personale? In fondo, la verità è una sola: sta a ognuno di noi trovare la formula più adatta!

Foto: Lidya Nada / Unsplash

Ancora