L'operazione 'Acoustic Kitty': quando la CIA addestrava i gatti per spiare l'URSS

Le spie perfette?
La guerra fredda
20 milioni di dollari per un gatto-spia
Il progetto 'Acoustic Kitty'
Un intervento chirurgico riuscito
Un addestramento impossibile
I gatti sono padroni di se stessi
I rumori ambientali complicavano l'ascolto delle conversazioni
Un progetto non andato a buon fine
Una spia poco capace
Il richiamo della fame
Ricablaggio del cervello dell'agente felino
Dubbi etici
Il tragico finale di 'Acoustic Kitty'
Animali sfruttati dall'esercito e dall'intelligence
Uno scarafaggio cyborg
La beluga-spia della Russia
Il piccione 007 dalla Cina
Piccioni messaggeri durante la Seconda guerra mondiale
La tecnologia al posto degli animali come strumenti di spionaggio?
Le spie perfette?
Furbi, agili, schivi, intelligenti... I gatti hanno tutte le caratteristiche che dovrebbe avere la spia perfetta. Almeno, questo è ciò che credeva la CIA negli anni'60.
La guerra fredda

All'epoca della guerra fredda, l'obiettivo principale della CIA era quello di ricavare preziose informazioni mantenute segrete dall'Unione Sovietica.

20 milioni di dollari per un gatto-spia

A tal fine, l'agenzia di spionaggio statunitense spese circa 20 milioni di dollari per cercare di trasformare un gatto in un agente felino segreto, come si legge su History.com. Sembra la trama di un film per bambini, ma è successo davvero!

Foto: Clement Falize/Unsplash

Il progetto 'Acoustic Kitty'

Il progetto, chiamato "Acoustic Kitty", consisteva nell'equipaggiare un gatto con un'antenna radio nella coda, un microfono nascosto nelle orecchie e un trasmettitore impiantato alla base del cranio.

Foto: Mikhail Vasilyev/Unsplash

Un intervento chirurgico riuscito

La procedura di impianto, un intervento chirurgico all'avanguardia per l'epoca, ebbe successo. Il dispositivo di ascolto era operativo e il gatto era in buona salute.

Foto: Erica Leong/Unsplash

Un addestramento impossibile

La parte difficile, tuttavia, fu addestrare il gatto a girovagare nelle vicinanze degli obiettivi russi della CIA in modo che gli agenti potessero ascoltare ciò che stavano dicendo.

Foto: Emre/Unsplash

I gatti sono padroni di se stessi

Il problema? I gatti non possono essere addestrati. Fanno quello che vogliono, indipendentemente da quello che desiderano i loro "padroni".

Foto: Christopher Di Nozzi/Unsplash

 
I rumori ambientali complicavano l'ascolto delle conversazioni
Inoltre, il microfono captava rumori inevitabili, come il cinguettio degli uccelli o il traffico della strada, che spesso coprivano la conversazione che il dispositivo di ascolto avrebbe dovuto intercettare.
Foto: Serhii Maksymiv/Unsplash
Un progetto non andato a buon fine

Vince Houghton, curatore del Museo internazionale delle spie di Washington, ha scritto del progetto "Acoustic Kitty" in un libro intitolato "Il pipistrello bomba. E altri assurdi progetti militari (per fortuna) mai realizzati", che documenta una serie di piani tattici e progetti di spionaggio che, per una buona ragione, non sono mai stati messi in pratica.

Una spia poco capace

In merito al progetto "Acoustic Kitty", Houghton scrive che l'addestramento, durato varie settimane, si rivelò frustrante. I movimenti del gatto non erano quelli che gli agenti si aspettavano per la missione.

Foto: Gor Davtyan/Unsplash

Il richiamo della fame

Inoltre l'autore racconta che il gatto si mise a fare tutto ciò che gli andava di fare durante la missione, come andare a cercare cibo invece di spiare.

Foto: Christian Cacciamani/Unsplash

Ricablaggio del cervello dell'agente felino

Per questo i veterinari e i tecnici decisero di apportare delle modifiche all'impianto di Acoustic Kitty, "cancellando" il suo istinto naturale di cercare il nutrimento.

Foto: Krystian Tambur/Unsplash

Dubbi etici

Ciò suscitò le critiche di alcuni agenti, come il defunto Victor Marchetti, un ufficiale della CIA in servizio negli anni '50 e '60 che in seguito è diventato un detrattore dell'agenzia stessa e che ha descritto il progetto come una "mostruosità".

Il tragico finale di 'Acoustic Kitty'

Anche se non ne fu data conferma ufficiale, pare che il gatto venne investito da un taxi mentre si aggirava in una strada trafficata e che questo sia stato il tragico epilogo della fallita missione "Acoustic Kitty".

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Animali sfruttati dall'esercito e dall'intelligence

Non è stata l'ultima volta, tuttavia, che l'essere umano ha tentato di usare gli animali come gadget per lo spionaggio...

Foto: Miguel Alcantara/Unsplash

Uno scarafaggio cyborg

Nel 2006 un gruppo di scienziati di Berkeley, ingaggiati dalla Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) del Pentagono, ha modificato il cervello di uno scarafaggio in modo che potesse essere controllato a distanza, secondo quanto riportato dalla rivista Wired.

Foto: Paulo Ziemer/Unsplash

La beluga-spia della Russia

Nel 2019 ha fatto il giro del mondo la notizia dell'avvistamento di un beluga, in seguito soprannominato Hvaldimir, con indosso un'imbracatura dotata di supporti per telecamere. Secondo gli esperti, la balena potrebbe essere stata addestrata dalle forze armate russe, come riportato dalla CNN.

Foto: Mendar Bouchali/Unsplash

Il piccione 007 dalla Cina

Infine, nell'estate del 2023 in India è stato catturato un piccione che portava due anellini con incise delle parole in cinese. Secondo il governo locale di Mumbai, il volatile era stato inviato da Pechino in una missione di spionaggio.

Foto: Lenstravelier/Unsplash

Piccioni messaggeri durante la Seconda guerra mondiale

I piccioni furono utilizzati anche dai servizi segreti britannici durante la Seconda guerra mondiale come mezzo di comunicazione, poiché le loro reti erano state distrutte dai tedeschi.

La tecnologia al posto degli animali come strumenti di spionaggio?

Anche se le tecnologie odierne, come i droni o gli smartphone, hanno maggiori probabilità di fornire informazioni di intelligence rispetto ai gatti o ai piccioni, sembra che le spie di tutto il mondo continuino a chiedere aiuto agli animali per passare inosservate. Ma questi svolgono bene il proprio ruolo? E soprattutto, è etico utilizzarli come gadget?

Foto: Jason Blackeye/Unsplash

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