Uno studio sui primati conferma che l'auto-piacere esiste da milioni di anni

Quel piccolo segreto...
Il più grande set di dati del suo genere
40 milioni di anni di divertimento
Un buon motivo
Il ruolo dell'auto-piacere nella nostra storia
Cercando di capirne il perché
Il set di dati raccolti
Analizzate più di 100 specie
Esecuzione di modelli computererizzati
Uno studio molto interessante
I tarsi
Le femmine probabilmente lo fanno da più tempo
Non sappiamo ancora il perché
Ci sono alcune nuove teorie
Un modo per selezionare i maschi migliori?
Un comportamento comune
Una pratica perfettamente naturale
Un grande passo in avanti
Quel piccolo segreto...

Un nuovo studio rivoluzionario condotto da un gruppo di biologi evoluzionisti ha dimostrato che il piccolo segreto che tutti teniamo nascosto dal momento della pubertà potrebbe aver fatto parte della nostra vita da molto più tempo (decine di milioni di anni) di quanto si pensasse finora.

Il più grande set di dati del suo genere

Il più grande insieme di dati mai raccolti sull'origine dell'auto-piacere dei primati ha confermato che questa pratica è comparsa nella storia evolutiva dell'umanità quando i nostri antichi antenati avevano ancora bisogno delle mani per dondolare da un albero all'altro.

40 milioni di anni di divertimento

"Questo comportamento era presente circa 40 milioni di anni fa, nell'antenato comune di tutte le scimmie e primati", ha spiegato a Live Science la dottoressa Matilda Brindle, autrice principale dell'interessante studio e ricercatrice dell'University College di Londra.

Un buon motivo

"Non è che una specie si sia svegliata un giorno e abbia iniziato a farlo", ha spiegato la dottoressa Brindle. "Si tratta di una caratteristica antica ed evoluta", il che significa che è presente nella nostra vita da molto tempo prima che i primati avessero le mani libere dopo aver imparato a camminare su due gambe.

Il ruolo dell'auto-piacere nella nostra storia

La dottoressa Brindle e i coautori dello studio hanno pubblicato i risultati della loro nuova ricerca sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, in cui esaminano il ruolo poliedrico che l'auto-piacere svolge nel regno animale e cercano di spiegarne l'evoluzione.

Cercando di capirne il perché

Dato che questa pratica non apporta benefici evidenti in termini di forma fisica per gli animali, i ricercatori volevano capire perché un comportamento che ha così poco valore pratico è diventato una delle principali attività che definiscono l'ordine dei primati.

Il set di dati raccolti

A tal fine, la dott.ssa Brindle e i suoi colleghi hanno raccolto una serie di dati provenienti da centinaia di pubblicazioni e oltre 150 questionari, nonché altri dati relativi alle osservazioni di addetti agli zoo e primatologi per avere un'idea della portata della pratica.

Analizzate più di 100 specie

Il set di dati ha riguardato 105 delle 272 specie di primati esistenti e ha scoperto che l'auto-e r o t i s m o era praticato dal 74,5% delle femmine e dal l'87,4% dei maschi. Ma le scoperte dei ricercatori vanno ben oltre...

Esecuzione di modelli computererizzati

Dopo aver inserito tutti i dati in un modello computerizzato, i ricercatori hanno esaminato un'ampia gamma di altri fattori, tra cui i comportamenti di accoppiamento dei primati e l'incidenza delle malattie sessualmente trasmissibili, e hanno scoperto una serie di risultati molto interessanti.

Uno studio molto interessante

"È un articolo molto interessante che fa luce sulla storia evolutiva di comportamenti che non lasciano traccia nei reperti fossili", ha affermato Kit Opie, professore di antropologia dell'Università di Bristol, a Soumya Sagar di New Scientist, a proposito della nuova ricerca.

I tarsi

Secondo la dott.ssa Brinde e il suo team, lo sviluppo dell'auto-piacere sarebbe iniziato all'incirca quando le scimmie si sono differenziate dai tarsi, "una specie di piccolo primate che è cambiata a malapena negli ultimi 45 milioni di anni", come si legge su Live Science.

Le femmine probabilmente lo fanno da più tempo

Secondo tale teoria, la nascita dell'auto-piacere risalirebbe a circa 40 milioni di anni fa. Ma questa non è stata la scoperta più interessante. I ricercatori hanno anche osservato che ci sono prove di primati femmine che si sono lasciate andare all'auto-piacere prima della separazione dai tarsi.

Non sappiamo ancora il perché

I ricercatori non sono riusciti a dare una risposta definitiva al perché di questa pratica tra i primati, ma hanno cercato di andare oltre l'idea consolidata secondo cui si deve solo all'alta l i b i d o, ipotizzando che potrebbero averla sviluppato per liberarsi dagli agenti patogeni.

Ci sono alcune nuove teorie

Gli autori dello studio hanno riferito di aver trovato prove del fatto che la pratica è più comune nei modelli di accoppiamento in cui i primati hanno più partner e nelle specie con un alto tasso di malattie sessualmente trasmissibili, una scoperta che potrebbe rivoluzionare le attuali teorie.

Un modo per selezionare i maschi migliori?

Inoltre, i ricercatori hanno osservato che l'auto-piacere nelle femmine potrebbe essere nato come mezzo di selezione per scegliere il liquido seminale con le migliori possibilità di fecondazione.

Un comportamento comune

"Si tratta di un comportamento molto comune in tutto il regno animale", ha detto la dottoressa Brindle, citata dal Guardian. "Trovo assolutamente sconcertante che nessuno l'abbia studiato prima".

Una pratica perfettamente naturale

"Chi pensa che [l'auto-piacere] sia qualcosa di sbagliato o innaturale, deve sapere che è un comportamento perfettamente naturale. Fa parte del nostro sano repertorio di comportamenti sessuali", ha aggiunto la dottoressa Bridle.

Un grande passo in avanti

Sebbene siano necessarie ulteriori prove per comprendere appieno i vantaggi evolutivi dell'auto-piacere, la ricerca della dottoressa Brindle e dei suoi colleghi ha permesso alla scienza di compiere un grande passo avanti al riguardo. 40 milioni di anni sono un periodo molto lungo per fare qualcosa di così piacevole senza saperne il perché!

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