Scacco matto! Accordo (presumibilmente milionario) tra Netflix e una vera "regina degli scacchi"
Nel bel mezzo della pandemia, a ottobre 2020, Netflix ha lanciato "La regina degli scacchi", una serie su una ragazza prodigio di questo gioco di strategia, ambientata alla fine degli anni '60.
Foto: Netflix
Inaspettatamente la serie ha ottenuto un successo clamoroso e ha reso gli scacchi un fenomeno attuale, tanto da diventare uno dei regali di Natale più ricercati del 2020.
Inoltre, "La regina degli scacchi" ha meritatamente elevato Anya Taylor-Joy allo status di star del cinema e della televisione, capace di assumere il ruolo di protagonista assoluta in un progetto.
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Tutto andava a meraviglia finché, nel settembre 2021, Nona Gaprindashvili decise di intraprendere un'azione legale contro Netflix per il modo in cui era stata ritratta nella serie.
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Nona Gaprindashvili è una leggenda georgiana degli scacchi, cinque volte campionessa del mondo e icona femminile di questa disciplina.
Ebbene, a Nona Gaprindashvili non è andato giù che nella serie ci si riferisse a lei come a una scacchista russa, poiché è originaria della Georgia.
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Inoltre, non le è piaciuto neanche il fatto che nella serie si dica che non aveva mai gareggiato contro giocatori di scacchi uomini.
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La realtà è che all'epoca in cui si svolge la serie (1968) Nona Gaprindashvili aveva già sfidato oltre 50 giocatori di scacchi maschi tra cui 10 grandi maestri, secondo quanto riportato da Deadline.
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Così, nel settembre 2021, Nona Gaprindashvili ha deciso di rivolgersi a un tribunale della California per denunciare quelle che considerava "informazioni false" sulla sua persona.
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Nata nel 1941, Nona Gaprindashvili, oggi 81enne, ha dichiarato che il trattamento ricevuto dalla serie è stato "grossolanamente sessista e avvilente".
Inizialmente la scacchista aveva chiesto a Netflix di modificare l'episodio in cui appariva e di scusarsi pubblicamente con lei. Ma Netflix non ha accettato.
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Di fronte a tale rifiuto, come confermato da Deadline, la giocatrice di scacchi ha optato per un'azione legale nei confronti della piattaforma streaming.
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Netflix aveva due vie di difesa: la prima era sperare che la causa non andasse a buon fine e dimenticare la questione.
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La seconda, invocare il Primo Emendamento e il diritto alla libertà di espressione. Nessuna delle due ha funzionato.
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Alla fine Nona Gaprindashvili è riuscita a convincere le parti a raggiungere un accordo che, stando a quanto riporta Deadline, è stimato in 5 milioni di dollari.
Senza fornire ulteriori dettagli a causa della riservatezza dell'accordo, lo studio legale BLB ha confermato che Nona Gaprindashvili è "soddisfatta della risoluzione" del processo. Come potrebbe non esserlo? Scacco matto in quattro mosse.
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