Il cognome più diffuso in Valle d'Aosta è Favre.
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Sono oltre 300.000 i cognomi in Italia e rappresentano una ricchezza a cui spesso non riconosciamo la dovuta importanza. Alcuni sono tipici di una regione o di un'area geografica, altri hanno origini straniere, altri ancora sembrano quasi dei soprannomi, ma una cosa è certa: la loro storia è sempre e comunque affascinante. Sfoglia la gallery per saperne di più!
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Con i suoi 350.000 cognomi censiti, l'Italia (fonte Wikipedia), forse complice la sua frammentazione linguistica, è il Paese con il maggior numero di cognomi. Secondo i dati ISTAT, anche solo sommando i dieci cognomi più diffusi nel nostro paese si copre solo l'1% della popolazione.
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Pensate che in Cina, invece, sembra ce ne siano solo 700, con le difficoltà che questo fatto comporta, soprattutto considerando che, anche a livello di nomi propri, i cinesi non è che abbiano una così grande varietà di scelta. La percentuale della popolazione con lo stesso cognome è, chiaramente, molto più alta rispetto a quella dell'Italia!
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Eppure è alla Cina che molti studiosi fanno riferimento per quanto riguarda l'origine dell'uso del cognome. Da alcuni testi antichi, infatti, sembrerebbe che tale uso risalirebbe addirittura all'impero Gu Hsi, nel 2850 a.C.
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La teoria più accreditata, però, è quella che fa riferimento al sistema a tre nomi dell'epoca romana. Pensate a Caio Giulio Cesare, per esempio. 'Caio' era il 'praenomen', ovvero il nome individuale, 'Giulio' era il 'nomen', ovvero l'elemento che indicava la gens, la famiglia di appartenenza, e Cesare era il 'cognomen', più prosaicamente, il soprannome. E che soprannome sarebbe 'Cesare'? Beh, significa 'colui che ha gli occhi chiari'.
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Il sistema a tre nomi degli antichi romani non è perdurato fino ai giorni nostri, questo è ovvio. Con la caduta dell'impero romano, infatti, i registri andarono distrutti e la conseguente frammentazione del territorio, dovuta alle invasioni barbariche, non aiutò.
In più, le popolazioni germaniche che dominano l'Europa avevano un altro sistema e prediligevano i nomi propri, che si affiancarono ai nomi tradizionali già esistenti. Se ne creano moltissimi da zero... e con tanti nomi personali, per distinguere i vari individui il cognome era diventato, quindi, quasi inutile!
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La varietà dei nomi personali era incredibile e anche la creatività nell'idearli. Potevamo facilmente imbatterci, per esempio, in un Orso, un Selvatico o una Tuttabella, esempi di alcuni tra mille altri affascinanti nomi, nati per esorcizzare alcuni timori o per confermare alcuni sentimenti o punti di vista (come nel caso di Lupo o Malfiglioccio).
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E nel caso ci fosse stato davvero bisogno di distinguere tra due Malfiglioccio, beh, se ne poteva indicare, per esempio, la paternità ('Malfiglioccius' filius de...), la provenienza ('Malfiglioccius' de...) o un soprannome ('Malfiglioccius' qui dicitur..). Vi suona, per esempio, questo 'De'?
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Attorno all'anno Mille, però, gli abitanti aumentarono tanto da rendere di nuovo necessario l'uso del cognome, che nel Rinascimento, poi, diviene una vera e propria norma. L'uso del cognome divenne un obbligo con il Concilio di Trento, che stabilì che ogni parrocchia dovesse conservare un registro con tutti i nomi dei bambini battezzati.
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Ci sono voluti, quindi, secoli per arrivare ai cognomi come li conosciamo oggi. La loro origine può riferirsi al nome del padre, ad un soprannome, al lavoro o al ruolo nella società, alla provenienza, ad una caratteristica fisica... Al Nord la fanno da padrone i nomi propri, al centro e al Sud i soprannomi.
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Avete presente il cognome Bassi? E Rossi? Bianchi? Allegri? Bonomi? Derivano tutti da un soprannome dato per evidenziare una caratteristica fisica o caratteriale, tanto positiva come negativa.
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Iohannes filius Alighierii? Oggi è diventato Giovanni Alighieri. Lo stesso discorso vale per cognomi come Anselmi, Alberti e Rodolfi, per esempio, e cognomi doppi come Di Mattia, De Girolamo e D'Anna o Di Maria.
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È il caso di Marchesi, Sartori, Conti, Capitani, Ferrari, Fattori, Barbieri...
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Meloni, Cipolla, Zucconi e Zuccotti... sono tutti di origine germanica, anche se non sembra: si riferiscono ai riti propiziatori tanto cari alle popolazioni celtiche, legati alla natura e alle piante.
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Leonardo da Vinci? Bene, Vinci è proprio il nome del paese di provenienza del genio dei geni. Lo stesso vale per Mantovani, Motta, Veronesi, Russo, Tedeschi, Romano e Tarantino.
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Nel repertorio dei cognomi italiani non mancano i riferimenti ai Santi (Sanfelice, Sangiuseppe, Santangelo..), alle pietre preziose (Rubini, Diamante...).
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C'è poi un'altra categoria di cognomi (molto diffusa): sono gli Esposito, Trovato, Innocenti e Trovato per esempio. Erano i cognomi che venivano dati agli orfani e ai bambini di origine ignota.
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Sembrerebbe una domanda retorica, ma non lo è, perché la risposta non è affatto scontata. Nel mondo esistono effettivamente persone che non hanno un cognome, come i tibetani, i giavanesi o gli indonesiani. Non hanno un cognome neanche i membri della famiglia reale giapponese, ad esempio.
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La mancanza di cognomi non è il caso dell'Italia, chiaramente. Per il 75% dei cognomi italiani l'origine è facilmente intuibile, ma per il restante 25% le cose sono un po' più complesse e bisogna tener conto di altri fattori, come le influenze straniere, i dialetti o i cambiamenti fonetici o grafici avvenuti nel corso del tempo. Pensa al siciliano 'Mancuso' o al veneto 'Zanco'? Non è proprio così immediato pensare che abbiano lo stesso significato di 'Mancino', vero?
Ma sono questi i cognomi più diffusi in Italia?
Il sito cognomix.it ci dà la risposta. Il cognome più diffuso in Italia è Rossi. Lo seguono Russo (diffuso al Sud), Ferrari (al Nord), Esposito (in Campania), Bianchi (al Centro-Nord)
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Chiudono la classifica: Romano (in tutta Italia), Colombo (in Lombardia) e poi Ricci, Marino e Greco (quasi tutti al Sud).
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Il cognome più diffuso in Valle d'Aosta è Favre.
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Il cognome con la maggiore concentrazione nella regione lombarda è Colombo.
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Ferrari è il cognome più comune anche in Trentino Alto Adige.
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Il cognome più comune in Piemonte è Ferrero, tipico piemontese. Una curiosità: a Torino il 2º cognome più diffuso è il meridionale Russo.
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A dominare la classifica dei conomi più diffusi in Veneto è Rossi.
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In Friuli Venezia Giulia domina il cognome Furlan.
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In Liguria primeggia Parodi.
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In Toscana il primo posto va a Rossi.
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In Abruzzo primeggia il cognome D’Angelo.
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L'Emilia Romagna vede in testa alla graduatoria di nuovo il cognome Ferrari.
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Anche nelle Marche vince Rossi.
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Anche in Umbria primeggia Rossi.
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In Molise il cognome più diffuso è Mancini.
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L'immancabile Rossi è anche il cognome più comune del Lazio.
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Greco e Russo vincono in Puglia.
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Il cognome più diffuso in Campania è Esposito.
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Il cognome con la maggiore concentrazione in Calabria è Russo.
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In Basilicata il più comune è Grieco.
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Anche in Sicilia primeggia Russo.
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Tutti cognomi locali quelli più diffusi in Sardegna: Sanna e Piras in primis.
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