Rodolfo Valentino: l'intensa vita e la misteriosa morte dell'italiano che fece impazzire Hollywood
Quando Rodolfo Valentino morì nel 1926 all'età di 31 anni, circa 100.000 persone accorsero per le strade di New York per rendergli omaggio. Nella sua breve vita, era diventato una delle più grandi star di Hollywood e il s e x symbol maschile definitivo degli anni '20. Diamo uno sguardo alla sua spettacolare ascesa.
Rodolfo Valentino è nato a Castellaneta, in provincia di Taranto, nel 1895. Suo padre era un biologo, mentre sua madre era la dama di compagnia di una marchesa locale. Ben presto si trasferì a Parigi, dove imparò a ballare il tango, per poi lasciare l'Europa alla volta degli Stati Uniti, alla disperata ricerca di un lavoro. Era il 1913.
Credits: Photoplay, gennaio 1923 / Wikimedia
Quando Rodolfo Valentino arrivò in America riusciva a ottenere soltanto impieghi saltuari e molto spesso era costretto a dormire per strada. Alla fine trovò lavoro come ballerino da sala: veniva pagato per ballare con le clienti "senza accompagnatore". Fu in quel momento che iniziò a socializzare con le donne dell'alta borghesia newyorkese.
In quell'ambiente incontrò Blanca de Saulle, quando lei era ancora infelicemente sposata. Durante il processo per il divorzio dell'ereditiera, Valentino a testimoniò a suo favore sostenendo che suo marito avesse una relazione con una collega ballerina. Per vendetta, il potente marito della donna usò le sue conoscenze per far arrestare Rodolfo Valentino con l'accusa di reati legati alla p r o s t i t u z i o n e.
Credits: Bain News Service, 1910-1915 / Wikimedia
Dopo lo scandalo, Valentino ebbe numerose difficoltà a trovare lavoro. Le cose peggiorarono quando Blanca de Saulle sparò a suo marito. Il processo era su tutti i giornali. Fu così che Valentino pensò che sarebbe stato meglio andarsene dalla città. Si unì a una compagnia teatrale itinerante grazie alla quale si spostò sulla West Coast.
A Hollywood, nel 1917, Rodolfo Valentino iniziò a conoscere persone legate all'industria cinematografica, pur continuando a ballare.
Iniziò ottenendo piccole parti e ben presto ne arrivarono di più importanti. Nel 1918 recitò in "L'avventuriero", in cui interpretò la parte del cattivo.
Credits: General Film Company, 1918, Wikimedia
Nonostante tutti i suoi sforzi, Valentino continuava ad essere scelto per interpretare sempre il ruolo del cattivo o di un gangster. All'epoca, Wallace Reid, con un incarnato chiaro e un aspetto all'americana, era l'archetipo dell'"eroe", mentre la pelle olivastra di Valentino lo relegava a ruoli più oscuri.
Nel 1919, Valentino sposò l'attrice Jean Acker. Il matrimonio, però, non fu mai consumato. Si sapeva che Acker era attratta dalle donne e in seguito tornò a vivere con la sua compagna, facendo infuriare suo marito.
Credits: Photoplay del novembre 1922, di James Abbe tramite / Wikimedia
Valentino lottò molto per ottenere la parte del giovane p l a y b o y argentino tratto dal romanzo di Vicente Blasco Ibáñez. Quel ruolo includeva un lungo bacio e un frenetico tango: finalmente era arrivato il suo grande momento! Il film "I quattro cavalieri dell'Apocalisse" del 1921 è stato il sesto film muto di maggior incasso di tutti i tempi.
Successivamente, conobbe l'attrice e direttrice artistica Natacha Rambova (nata Winifred Shaughnessy), che avrà un impatto significativo sulla sua vita. Rambova aveva una personalità molto forte, tanto da conquistare il cuore del famoso attore. I due recitarono insieme nel film d'avanguardia "Camille".
Credits: Photoplay, febbraio 1926, pag. 34 tramite Wikimedia
Nel film "Lo Sceicco" Rodolfo Valentino interpretava un affascinante sceicco arabo che seduceva una donna femminista e indipendente. All'epoca il film lo trasformò in un'icona e lo consolidò come "Latin Lover".
Il look curato di Valentino era progettato per stuzzicare la fantasia femminile. Tuttavia, veniva spesso deriso perché considerato una persona vuota e superficiale, persino eccessivamente femminile.
Credits: Caricature di Valentino di Dick Dorgan, Photoplay 1922, Wikimedia
Dopo "Lo sceicco", Jean Ackman presentò una richiesta di divorzio e, prima che fosse trascorso un anno, come richiesto dalla legge della California, Rodolfo Valentino si sposò con Natacha Rambova in Messico. Fu arrestato e accusato di bigamia, ma alla fine fu scagionato e il matrimonio fu annullato.
In un altro film basato su un romanzo spagnolo, Rodolfo Valentino interpretò un torero attratto da una ricca e affascinante vedova. Nonostante coincidesse con il controverso processo legale sulla sua bigamia, il film fu un altro enorme successo e i critici lo definirono un capolavoro.
Contemporaneamente al suo lavoro di attore, pubblicò due libri: uno di poesie, intitolato "Day Dreams", e un romanzo, "How You Can Keep Fit". Inoltre, scrisse diversi articoli sulla sua vita, registrò alcune canzoni e fu giudice in concorsi di bellezza in tutto il Paese.
Credits: "How You Can Keep Fit" di Rodolfo Valentino, 1923, MacFadden Publications
La stampa divenne sempre più critica nei suoi confronti, mettendo in discussione la sua virilità e s e s s u a l i t à. Un articolo del 1926 sul "Chicago Tribune" incolpò Valentino di aver "demascolinizzato" gli uomini americani. Quest'ultimo articolo irritò così tanto l'attore che sfidò il giornalista a un incontro di boxe, ma la sua sfida rimase nell'aria senza ottenere risposta.
Dopo alcuni problemi personali, professionali e finanziari, Valentino tornò al cinema dopo una pausa di due anni. Nel frattempo, durante le riprese di "The Eagle", Rambova si è presa una pausa dalla loro relazione. Nel 1926 l'attore girò il sequel de "Lo sceicco", anche se non era in ottime condizioni di salute.
Nell'agosto del 1926 si recò in ospedale per forti dolori allo stomaco. I medici lo operarono di appendicite, ma il suo problema si rivelò essere un'ulcera gastrica (un sintomo oggi conosciuto proprio come "sindrome di Valentino"). Dopo l'intervento i medici pensavano che si sarebbe ripreso, ma otto giorni dopo la sua visita in ospedale morì di sepsi.
Negli annuali gossip della Hollywood dell'epoca si affermava che Valentino fosse stato avvelenato con arsenico da una donna, che si sarebbe vendicata per essere stata lasciata. Tra gli altri pettegolezzi si diceva che gli avesse sparato il partner di un amante o che fosse morto a causa della sifilide. Tuttavia, i biografi respingono queste teorie.
Credits: Eva Miller nell'ultimo saluto a Rodolfo Valentino
Secondo quanto riportato dai quotidiani dell'epoca, circa 100.000 persone affollarono le strade di New York per un ultimo saluto al divo italiano. I suoi resti furono portati in California e fu sepolto all'Hollywood Forever Cemetery.
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