Polemica a Hollywood sull'uso della fat suit: realismo o discriminazione?
Le fat suit, cioè i costumi prostetici per rappresentare personaggi in sovrappeso, sono utilizzate da molti anni a Hollywood, ma due recenti esempi di fat suit indossate da attori di alto profilo (Brendan Fraser nel suo ruolo candidato all'Oscar per "The Whale" ed Emma Thompson nel musical "Matilda") hanno scatenato controversie e accese discussioni.
Immagine: "The Whale" A24
Al centro del dibattito c'è una domanda seria: perché Hollywood non può semplicemente ingaggiare attori in sovrappeso? Negli Stati Uniti, secondo il CDC, il 73,6% della popolazione è in sovrappeso o obeso, ma Hollywood non riflette questa realtà.
Il fatto che Hollywood sia dominata da attori con corpi "perfetti", anche per ruoli di personaggi in sovrappeso, può essere nocivo per gli individui e le società che guardano agli impossibili standard di bellezza di Hollywood. La stessa Jennifer Lawrence ha detto alla rivista Elle nel 2012: "A Hollywood, io sono obesa".
In un recente articolo apparso su Glamour Magazine e intitolato "It's 2022. Why are we still using fatsuits in film and TV?" (in italiano "Siamo nel 2022. Perché usiamo ancora fat suit nei film e in TV?"), si legge: "Ci sono centinaia, se non migliaia di attori grassi in cerca di lavoro, ma invece di essere scelti per un ruolo adatto al loro fisico, viene dato il lavoro agli attori magri e viene detto loro di indossare una fat suit per sembrare più grassi di quanto probabilmente non siano mai stati", scrive la giornalista Mollie Quirk.
Un articolo del 2023 di Cate Young (nella foto), pubblicato su Cosmopolitan, si spinge ancora più in là nella critica alla pratica di Hollywood. Secondo l'autrice, mentre Hollywood ha fatto progressi in materia di diversità razziale, è rimasta indietro per quanto riguarda la diversità corporea. L'autrice sostiene che le fat suit sono pericolose perché "fanno sembrare i corpi più grassi un fallimento morale".
Immagine: battymamzelle/Instagram
Young afferma che il blackface e la fat suit servono entrambi "a deridere e sminuire persone già emarginate". L'autrice prosegue: "Viene da chiedersi: perché continuiamo ad acclamare attori che indossano fat suit quando sappiamo che le storie su qualsiasi gruppo di persone dovrebbero includere la loro partecipazione?".
Immagine: "The Whale", A24
Secondo la professoressa di storia afroamericana Alyssa Lopez, il blackface veniva usato dagli attori bianchi per rappresentare i rapporti interrazziali senza bisogno di far interagire attori bianchi e neri, come si vede nel film del 1915 "Nascita di una nazione" (nella foto). Era utilizzato anche dagli attori neri per scurire ulteriormente la loro pelle e renderli "più autentici" agli occhi del pubblico bianco.
Questa pratica è servita anche a trasformare gli stereotipi sui neri in fonte di intrattenimento e a giustificare il razzismo. "Permette a una società di immaginare sistematicamente e storicamente gli afroamericani come non pienamente umani. Serve a razionalizzare la violenza e la segregazione delle leggi Jim Crow", ha affermato il professor David Leonard a History.com.
Immagine: US Library of Congress's Prints and Photographs division, digital ID var.1831
Secondo l'articolo di Cosmopolitan, un'altra cosa che la fat suit ha in comune con il blackface è che il colore della pelle e il peso sono trattati come cose che si possono indossare o togliere a piacimento. Ma nel mondo reale non è così. "C'è qualcosa di strano nel vedere qualcuno che passa sei ore al trucco per assomigliare a me, per un ruolo per il quale non sarei mai stato preso in considerazione", scrive nell'articolo l'attore Guy Branum (nella foto).
Gli attori famosi non sempre ricorrono alla fat suit, in particolare dopo che Robert De Niro ha messo su quasi 30 chili per interpretare Jake La Motta in "Toro scatenato" (nella foto). È una pratica più comune per gli uomini, secondo il professore di psicologia J. Kevin Thompson, che sostiene che sono poche le donne a cui è stato chiesto di ingrassare per un ruolo determinato.
Immagine: "Toro scatenato" (1980), MGM
L'attore ha compiuto una straordinaria trasformazione in sole tre settimane ingerendo 7.000 calorie al giorno per interpretare un pugile diventato prete per il film del 2022 "Father Stu".
Immagine: markwahlberg / Instagram
La Zellweger è famosa per essere ingrassata per poter interpretare Bridget Jones. Anche se l'attrice aveva un peso che molti considererebbero "normale", la Zellweger ha messo su circa 13 chili per il ruolo e si è messa a dieta per anni tra un sequel e l'altro.
Immagine: "Il diario di Bridget Jones", Universal Pictures
I medici sostengono che la dieta a fasi alterne necessaria per questo metodo di recitazione può essere dannosa per la salute dell'attore o dell'attrice. L'aumento di peso può nuocere ad alcune parti del corpo come le articolazioni o gli organi e perdere peso troppo velocemente può essere dannoso per il metabolismo.
Per interpretare Mark David Chapman, Jared Leto ha preso 30 chili. Lo ha fatto consumando, in parte, intrugli malsani come gelato al microonde mescolato con olio d'oliva e salsa di soia. "Il mio corpo era sotto shock per la quantità di peso che avevo preso... Avevo una sedia a rotelle perché [camminare] era troppo doloroso", ha rivelato l'attore a Digital Spy. "Ci è voluto circa un anno per tornare a un livello di semi-normalità. Non so se tornerò mai a essere come ero prima fisicamente".
In merito alla decisione dell'attrice di utilizzare una fat suit per interpretare l'assassina Pam Hupp nella miniserie "The Thing About Pam", l'autrice Sarah Alexander ha detto a Metro: "La Zellweger [mascherata] da persona di taglie forti è offensiva, grassofobica e potenzialmente pericolosa per altre persone di taglie forti". La Zellweger, in risposta, ha detto che la sua trasformazione è stata dettata dalla volontà di essere accurata.
Immagine: "The Thing About Pam", NBC
Sarah Paulson ha indossato una fat suit per interpretare l'impiegata della Casa Bianca Linda Tripp in una serie di FX. In seguito, ha dichiarato di essersi pentita. "Credo che la grassofobia sia reale e che fingere il contrario possa causare ulteriori danni", ha detto al Los Angeles Times. "Ho avuto un'opportunità che qualcun altro non ha avuto... E non farei la stessa scelta se tornassi indietro."
Immagine: "Impeachment: American Crime Story", FX Networks
Nell'articolo intitolato "25 Years Later, Friends' Fat Monica Still Hurts My Feelings" ("25 anni dopo, la Monica grassa di Friends ferisce ancora i miei sentimenti"), pubblicato su Vogue, Emma Spectre riflette su come "la Monica grassa" di Friends abbia insegnato a lei e ad altri che le donne grasse non meritano di essere amate e che è divertente fare battute sull'essere in carne o addirittura sul morire di fame. L'autrice sostiene che questo personaggio rafforza la grassofobia e l'idea che le persone grasse servono solo per scatenare la risata.
Immagine: "Friends", NBC
"Mi è piaciuto interpretare Monica in sovrappeso perché mi sentivo libera", ha detto Courteney Cox al The Ellen DeGeneres Show. Tuttavia, un articolo apparso su Glamour Magazine sottolinea che "nel mondo reale, le persone grasse spesso non si sentono libere perché sono costantemente discriminate e spesso ostracizzate dalle persone magre".
Immagine: "Friends", NBC
Anche se la Paltrow è stata criticata per aver usato una fat suit per rappresentare una donna obesa in "Amore a prima svista", ha avuto un punto di vista diverso da quello della Cox. L'attrice ha raccontato a Netflix: "È stato triste e inquietante. Nessuno mi guardava negli occhi perché ero obesa. I vestiti che fanno per le donne in sovrappeso sono orribili. Mi sono sentita umiliata per l'atteggiamento sprezzante della gente". Tuttavia, la sua linea di abbigliamento Goop è stata criticata per la mancanza di inclusività nelle taglie.
Immagine: "Amore a prima svista" (2001), Twentieth Century Fox
L'attore di "Grease" è stato messo sotto accusa sia per aver indossato una fat suit sia per essersi calato nei panni di un personaggio femminile che in origine era stato interpretato dalla drag queen sovrappeso Divine. La questione dibattuta è se l'attore etero ha saputo dimostrare che gli attori maschi possono anche interpretare personaggi femminili, oppure se il ruolo avrebbe dovuto essere riservato a una vera drag queen.
Immagine: "Hairspray - Grasso è bello" (2007), New Line Cinema
Uno dei favoriti per l'Oscar al miglior attore, Brendan Fraser, ha indossato una fat suit per interpretare un uomo di circa 300 chili in "The Whale". Per molti critici, il film è un ritratto toccante di un personaggio complicato, ma l'articolo di Cosmopolitan sostiene che disumanizza il protagonista, riducendolo a un uomo obeso "disgustoso e triste" che non rappresenta altro che il suo peso.
Immagine: "The Whale", A24
Il regista ha detto a Variety nell'ottobre del 2022: "C'è stato un capitolo nella realizzazione di questo film in cui abbiamo cercato di ricercare attori con obesità. Al di là del fatto di non riuscire a trovare un attore che riuscisse a esprimere le emozioni del personaggio, è diventata una rincorsa pazzesca. Ad esempio, se non si riesce a trovare un attore di 300 kg, è sufficiente un attore da 130 o 180 chili?".
L'attore canadese ha detto di aver fatto molte ricerche e di essersi consultato con la Obesity Action Coalition durante la preparazione del ruolo. Ora è un sostenitore della lotta alla grassofobia. "Spesso perdiamo di vista che si tratta di esseri umani con pensieri, sentimenti, cuori, famiglie e tutto il resto... Per essere una persona di quelle dimensioni, devi essere davvero molto forte fisicamente ed emotivamente", ha detto alla BBC.
Un'analisi del 2007 ha rilevato che i ruoli "grassi" a Hollywood erano per lo più associati allo humour. Tuttavia, alcuni analisti sottolineano che i personaggi in sovrappeso vengono ora rappresentati come "patetici" anziché divertenti, come nel caso di "The Whale". "Adesso dovremmo ritenere tragico e non divertente vedere Brendan Fraser in una fat suit. È davvero un progresso?", si chiede la giornalista del The Guardian Phoebe-Jane Boyd.
Naturalmente, non tutti sono d'accordo con le critiche. "I direttori dei casting devono smetterla di dare ascolto alla polizia dei casting e tornare a fare il loro lavoro, cioè scegliere l'attore migliore per il ruolo", ha scritto Maher su Twitter. Ma la giornalista del New York Times Farah Fleurima ha ribattuto, affermando che "il 'miglior attore per il ruolo' tende a rispondere allo status quo: persone bianche, magre, etc.".
L'articolo del NYT sottolinea che il denaro potrebbe avere molto a che fare con l'uso che Hollywood fa delle fat suit. "I film devono generare profitti e il modo più sicuro per vendere i biglietti è quello di ingigantire il potere delle star", scrive Fleurima.
Foto: Ahmet Yalçınkaya / Unsplash
"Grazie al fatto che storicamente l'industria dello spettacolo evita i talenti plus-size per i ruoli principali (o per quasi tutti i ruoli), pochissimi di loro hanno raggiunto un certo livello di redditività. Tuttavia, se Hollywood desse una possibilità agli attori di taglia più grande, non è forse possibile formare un esercito di talenti di altissimo livello tra cui scegliere?".
In questo articolo, invece di condannare categoricamente l'uso della fat suite, si afferma che questa ha ragione di esistere quando si vuole rappresentare la trasformazione fisica di un personaggio che avviene in un periodo di tempo relativamente breve, come nel caso di Chris Hemsworth in "Avengers: Endgame". Tuttavia ci sono voci contrarie che hanno criticato "il Thor grasso" come un ennesimo tentativo di utilizzare il peso per dare un tocco comico al film.
Immagine: "Avengers: Endgame" Official Behind the Scenes Clip, IGN / Youtube