Perché le spose usano i bouquet? Le ragioni (a volte bizzarre) dei rituali matrimoniali
Le tradizioni sono un riflesso delle credenze culturali e spirituali di una società, come collegamento alle usanze storiche che sono state trasmesse attraverso le generazioni. Ecco quelli più curiosi.
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Questo rituale affonda le sue radici nel Medioevo in Europa. Si diceva che le spose portassero dei mazzi di fiori per camuffare l'odore del loro corpo, poiché i bagni erano poco frequenti. Successivamente divenne una tradizione lanciare il bouquet come simbolo di fortuna per la nubile che riesce ad afferrarlo.
Nell'antica Roma il velo veniva utilizzato per proteggere la sposa dagli spiriti maligni durante il suo giorno speciale, ma serviva anche a nascondere il volto della sposa fino al completamento del matrimonio, garantendo che lo sposo non si tirasse indietro, in quanto molte volte ci si sposava per motivi politici, senza conoscersi.
Questo rituale ha le sue origini nell'antico Egitto, dove venivano scambiati gli anelli come simboli di amore eterno, in quanto il cerchio rappresenta l'amore infinito.
Questa pratica deriva dall'antica Roma: si credeva che se la sposa avesse inciampato entrando nella sua nuova casa il matrimonio sarebbe stato sfortunato. È proprio per questo che lo sposo la prendeva in braccio.
Originaria dell'antica Roma, la tradizione era quella di tagliare la torta sulla testa della sposa per portare fertilità e buona fortuna al matrimonio.
Nella Francia medievale, gli ospiti erano soliti strappare un pezzo degli abiti della sposa come portafortuna. Per evitare ciò, la sposa iniziò a lanciare la sua giarrettiera agli invitati.
Foto: Pixabay
Nei matrimoni ebraici lo sposo rompe con il piede un bicchiere avvolto in un panno. Lo fa per ricordare la distruzione del Tempio di Gerusalemme e per simboleggiare che il matrimonio dovrebbe essere tanto difficile da spezzare quanto ricostruire il vaso rotto.
In alcune parti dell'Europa dell'Est, viene giocato uno scherzo in cui gli amici dello sposo "rapiscono" la sposa e lo sposo deve svolgere compiti o pagare un riscatto per riaverla, a simboleggiare lo sforzo che metterà nel suo matrimonio.
In passato le figlie femmine erano considerate proprietà del padre, per cui era lui ad occuparsi di trasferire detta “proprietà” al nuovo proprietario: lo sposo.