Com'era Ornella Muti agli inizi della sua carriera
Ornella Muti, la grande icona del cinema italiano, ha affiancato Amadeus sul palco dell'Ariston e ha aprire le danze della serata di apertura della 72esima edizione del Festival di Sanremo.
L'attrice ha alle spalle quasi 50 anni di carriera, ha vinto numerosi premi e calcato i più importanti set cinematografici nazionali e internazionali, eppure, la scalinata dell'Ariston le infonde un certo timore."Certo, un po' di paura ce l'ho" è quanto ha dichiarato nel secondo promo del Festival.
Ma vediamo insieme in dettaglio la storia di questo mito del nostro cinema.
Ornella Muti, all'anagrafe Francesca Romana Rivelli, nasce a Roma il 9 marzo del 1955. Suo padre, napoletano, è giornalista, mentre sua madre, Ilse Renate Krause, estone, è una scultrice.
Da giovanissima, insieme alla sorella maggiore, Claudia (con lei nella foto) muove i primi passi nel mondo dello spettacolo, partecipando a dei fotoromanzi.
Per lei le porte del cinema si aprono prestissimo. A soli quattordici anni, viene scelta dal regista Damiano Damiani come protagonista del film "La moglie più bella", basato sulla storia di Franca Viola, la prima donna italiana a rifiutare un matrimonio riparatore.
Fu proprio lo stesso Damiani a imporle di cambiare il suo nome e adottare il nome d'arte che l'accompagnerà poi per il resto della sua strepitosa carriera. Il nome prescelto deriva da due opere di D'Annunzio: Ornella da "La figlia di Iorio", mentre Muti è il cognome della protagonista de "Il piacere".
Gli anni '70 incoronano la giovane Ornella come icona della bellezza femminile "made in Italy". A questo periodo risalgono alcuni dei suoi maggiori successi: il cinema italiano, infatti, sta vivendo in questo periodo un momento particolarmente felice e Ornella sembra essere l'attrice giusta al momento giusto.
Nel 1974 Ornella Muti interpreta Vincenzina Rotunno, la moglie infedele del superbo Ugo Tognazzi in "Romanzo popolare", film che ottiene un immenso successo in Italia e all'estero, incassando oltre un miliardo e mezzo di lire al botteghino e consacrandola come attrice di primo piano nel panorama cinematografico italiano.
Curiosità: durante le riprese del film Ornella è in dolce attesa della sua prima figlia, Naike Rivelli, che nasce proprio nel 1974. L'attrice, però, non ha mai rivelato il nome del padre.
Agli anni '70 risalgono anche altre sue partecipazioni in produzioni di grandissima qualità, come "Come una rosa al naso" di Franco Rossi, in cui l'attrice romana è al fianco di Vittorio Gassman, "La stanza del vescovo" e "Primo amore", entrambi di Dino Risi. Nel 1977 partecipa a due degli episodi del celebre film collettivo "I nuovi mostri", diretto da Monicelli, Risi e Scola: Autostop e Senza parole. Il film, che conta sulla presenza di attori del calibro di Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman, riceve una candidatura agli Oscar come miglior film straniero nel 1978.
Un altro momento importantissimo per la carriera di Ornella Muti è rappresentato dall'incontro con Marco Ferreri, il brillante regista di "Dilinger è morto" e "La grande abbuffata". Con il regista gira alcune tra le pellicole più importanti della cinematografia nazionale, come "L'ultima donna", con Gérard Depardieu.
Il 1975 è un anno importante per Ornella. Sposa l'attore Alessio Orano (da cui, però, divorzierà sei anni dopo) e partecipa a produzioni estere, come "Léonor", film diretto da Juan Luis Buñuel e considerato un capolavoro dai critici e dagli esperti del settore.
Ferreri considera ormai Ornella Muti come una sua musa. La vuole nuovamente nel suo nuovo film, "Storie di ordinaria follia", un adattamento dell'omonima raccolta di racconti di Bukowski pubblicata pochi anni prima. Nel film l'attrice romana veste i panni dell'autodistruttiva Cass, la donna più bella del quartiere, vittima della sua stessa bellezza. Sempre con Ferreri nel 1984 gira "Il futuro è donna", con cui il regista (nella foto) vince il Nastro d'argento.
Il noto produttore Dino De Laurentiis proietta la carriera di Ornella Muti verso l'estero. Infatti fa parte del cast di "Flash Gordon" nella versione di Mike Hodges, con Timothy Dalton, Robbie Coltrane, Mariangela Melato e Sam Jones, in cui interpreta il ruolo della malvagia Principessa Aura. Il film però è un flop.
Curiosità: la colonna sonora del film è stata curata dai Queen.
Dopo alcuni film che non ottengono il successo sperato, l'attrice sceglie di dedicarsi anche alla commedia all'italiana: sono questi gli anni in cui affianca attori come Paolo Villaggio, Francesco Nuti, Adriano Celentano e Renato Pozzetto.
Nel 1981 interpreta il ruolo della principessa Cristina nella commedia sentimentale "Innamorato pazzo", accanto Adriano Celentano, con cui l'attrice ha già lavorato ne "Il bisbetico domato". È proprio sul set di questo film che i due attori avrebbero avuto un flirt, come ha rivelato poco tempo fa lo stesso Celentano. "Era vero – ha tuonato la Muti al Fatto Quotidiano –, ma sono rimasta colpita. Se aveva proprio intenzione di rivelarlo e necessità di liberarsi del segreto, sarei stata felice di saperlo in anticipo. Però gli uomini sono fatti così. Se ne fregano".
Celentano, all'epoca dei fatti, è sposato con Claudia Mori, mentre la Muti è impegnata con Federico Facchinetti, che sposerà poi nel 1988 e da cui avrà altri due figli: Andrea e Carolina.
Verso la fine degli anni '80 la sua fama sembra appannarsi. Torna nuovamente negli Stati Uniti nel 1986 per affiancare Faye Dunaway in "Il veneziano". Le due attrici si ritrovano anche tre anni dopo, questa volta nell'adattazione cinematografica del romanzo di John Fante "Aspetta primavera, Bandini". La vediamo, poi, accanto a Rupert Everett e Philippe Noiret, in film come "Cronaca di una morte annunciata" e "Il frullo del passero". L'attrice avverte, però, che la sua carriera si trova in un momento delicato e non propriamente felice.
Gli anni '90 vedono Ornella Muti partecipare a film d'autore come "Il viaggio di Capitan Fracassa" di Ettore Scola e a produzioni più commerciali, come "Vacanze di Natale '91". Risale sempre agli anni '90 il suo passaggio dal cinema alla televisione: partecipa, infatti, a serie che riscuotono un discreto successo, come "Il grande Fausto" del 1995 e "L'avvocato Porta" del 1997. Nel 1998 la ritroviamo accanto a Depardieu ne "Il conte di Montecristo" e nel 1999 torna sul grande schermo, diretta da Monicelli nella pellicola "Panni sporchi", senza però ottenere il successo sperato.
Negli anni 2000 la Muti alterna le produzioni cinematografiche a quelle televisive, scegliendo prevalentemente registe donne. La vediamo, ad esempio, in "Domani" di Francesca Archibugi con cui vince il Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista. Affianca poi John Malkovich e Burt Reynolds in "Hotel" e torna in tv con la fiction "Lo zio d'America", la miniserie "La bambina dalle mani sporche" e la serie tv "Doc West" accanto a Terence Hill.
Nel 2008, dopo 10 anni, si separa da Stefano Piccolo. "Si è rotto il fidanzamento - confesserà la Muti al Corriere della Sera - Le cose accadono. Gli amori nascono e finiscono". Successivamente l'attrice si lega sentimentalmente all'imprenditore Fabrice Kerhervé, uomo d'affari di origini francesi, per il quale, si vocifera, per un periodo sembra si sia anche trasferita in Russia.
Negli ultimi anni riduce le apparizioni al cinema e in TV. Nel 2012 partecipa a "To Rome with Love", film di Woody Allen dal cast internazionale; nel 2017 torna sulla RAI con "Sirene" e l'anno successivo è co-protagonista della webserie "Amami!".
In quegli stessi anni la rivista Glam Mag la incorona "donna più sexy del mondo". Ornella Muti ha 60 anni e continua ad essere bellissima.
Gli ultimi anni, però, non sono stati un periodo particolarmente facile per Ornella Muti a livello personale. Nel 2020, dopo 12 anni, chiude la sua relazione con Fabrice Kerhervé e la sua famiglia viene colpita da due gravi lutti. A febbraio muore suo genero, marito di sua figlia Carolina, a causa di un tumore al cervello, e ad ottobre sua madre, Ilse Krause. “Per me è molto difficile condividere i dolori, è difficile condividere la normalità, ma io mi sento normale […] Del dolore e del dramma non ne posso parlare perché morirei subito, ma per me vedere mia figlia così toccata è molto dura. Vedere i miei nipoti, è dura, ma ti dà la forza di capire l’importanza della famiglia”, ha confessato a "Oggi è un altro giorno".
Nella foto: Ornella Muti con le due figlie, Naike e Carolina
Sarà proprio per questo che Ornella Muti ha dichiarato all'ANSA, in merito alla sua partecipazione come madrina del Festival: «Sono felicissima per tanti motivi: uno di questi è la possibilità di offrire un momento di svago in una fase di grande cupezza. Cerchiamo di non fare un Sanremo pesante, non ne abbiamo bisogno».