Le ultime parole di Avicii scritte da lui ore prima di morire
Il 20 aprile 2018, Avicii, uno dei migliori dj del mondo, si è tolto la vita in un albergo in Oman. Aveva solo 28 anni.
La morte dello svedese Avicii ha sconvolto gli appassionati di musica, lasciando un vuoto nel mondo dell'elettronica che a distanza di quattro anni non è stato ancora colmato.
Gli amici, i familiari e i fan si sono posti molte domande sulla scomparsa di Avicii.
Alcune di queste domande hanno trovato risposta in "Tim. La biografia ufficiale di Avicii". Il titolo si riferisce a Tim Bergling, il vero nome del dj. Il libro contiene, tra le altre cose, estratti dal suo diario personale e conversazioni con la sua cerchia più stretta di amici e familiari.
L'autore, il rinomato giornalista svedese Mans Mosesson, non ha risparmiato alcun dettaglio nella stesura del libro. Dall'abuso di sostanze ai problemi di salute mentale, fino ai sentimenti che hanno portato il dj a togliersi la vita, la biografia ripercorre la complicata vita di Avicii.
Il diario personale, citato nel libro, raccoglie le ultime parole di Avicii, poche ore prima che si togliesse la vita in quel fatidico giorno di primavera del 2018.
"La perdita dell'anima è l'ultimo attaccamento prima di ricominciare." Questo è stato l'ultimo pensiero che Avicii ha annotato nel suo diario prima di togliersi la vita.
Prima di scrivere queste tristi parole, che lasciano intendere il profondo vuoto con cui ha vissuto la sua vita, il dj aveva parlato del perché considerava la sua esistenza molto dura.
"Ho fatto molta fatica ad accettare l'idea di non bere più, sebbene tutti i dottori mi avessero fortemente consigliato di aspettare almeno un anno prima di bere una birra.", racconta Avicii nel suo diario in uno dei suoi ultimi giorni di vita. "Non ho ascoltato la maggior parte dei medici, ho ascoltato la mia compagna che mi ha detto che l'importante era che fossi prudente".
Ma essere prudente era molto difficile durante il tour. "Sono stato ignorante e ingenuo", scrive Avicii, "e giravo il mondo, impegnato in un tour senza fine, perché quando hai girato il mondo una volta, indovina un po'? Ricominci da capo".
Nel 2014, quando aveva solo 24 anni, Avicii aveva dovuto sottoporsi a un intervento di rimozione della cistifellea e dell'appendice. Soffriva di una pancreatite acuta causata dall'eccessivo consumo di alcol.
"Se non bevo, divento sempre più nervoso prima di suonare", ammette il dj nel suo documentario "Avicii: True Stories". "L'alcol mi rilassa."
La biografia di Avicii è stata corroborata dagli amici, dai conoscenti e dalla famiglia stessa del dj, compresi i genitori, Anki e Klas Bergling, con i quali l'autore è stato in contatto permanente durante la preparazione del libro.
La biografia racconta i continui ricoveri in una clinica di riabilitazione, i lunghi soggiorni in ospedale e persino un episodio di overdose.
In un'intervista rilasciata dopo la sua morte, il padre di Avicii ha raccontato di aver cercato di convincere il figlio a smettere di andare in tournée giorno dopo giorno, per anni. "Il lavoro ti assorbe e Tim aveva troppo successo. Ma quando viaggiava e faceva musica era felice", afferma. "Aveva i suoi alti e bassi, ma era produttivo e creativo. Come genitori, potevamo solo rimanere a Stoccolma e sperare che tornasse a casa per riposare".
Il dj scrive un passaggio particolarmente straziante nel suo diario riguardo alle degenze in ospedale. Le sue parole mostrano quanto fosse complicata la fama per lui, nonostante i riconoscimenti e i soldi che aveva già guadagnato alla sua età.
"Quei giorni in ospedale sono stati quelli in cui mi sono sentito più libero dallo stress e dall'ansia che io ricordi negli ultimi sei anni. Quelle sono state le mie vere vacanze, per quanto deprimente possa sembrare", scriveva a proposito del suo recupero in ospedale dopo essere stato operato di pancreatite acuta.
"Il sollievo di passare dal dolore estremo al nulla, sapendo che nessuno si aspetta da te nient'altro se non che tu ti prenda il tempo di guarire è stato enorme. È stato un sollievo, considerando la folle mole di impegni che ho avuto fino a quel momento", confessava nel suo diario.
Per quanto riguarda le sue dipendenze, Avicii ha dedicato pagine e pagine del suo diario a raccontare l'inferno che ha vissuto.
In uno dei passaggi, ricorda i giorni successivi alla riabilitazione a Ibiza (Spagna) nel 2015. All'epoca aveva 25 anni. Avicii racconta con dovizia di particolari il dolore provato fino a quando la sua famiglia è intervenuta e gli ha letteralmente salvato la vita.
"Avevo bisogno che mi spiegassero le cose in modo logico e come se fossi un troglodita per capire davvero la mia condizione e quanto male mi stesse facendo", racconta nel diario.
I momenti più dolorosi per coloro che lo amavano erano quelli in cui diceva loro che avrebbe seguito di nuovo la retta via. "Il futuro Tim affronterà il dolore meglio di quello presente, affronterà meglio le cose", aveva predetto Avicii in quel lontano 2015. Ma non è andata così.
Uno dei percorsi da lui intrapresi per migliorare la sua vita è stata la meditazione. Dedicava 20 minuti al giorno a meditare secondo il metodo di Maharishi Mahesh Yogi. Per un po' di tempo ha funzionato, ma poi è diventato dannoso per lui. Avicii non riusciva a smettere: passava ore a meditare invece dei 20 minuti raccomandati.
Tutto è finito il 20 aprile 2018. Avicii, un artista di enorme talento, ha dovuto fare i conti con i suoi feroci demoni, che hanno finito per divorarlo. Sebbene il dj lasci un vuoto incolmabile, la sua eredità musicale rimane intatta e le sue memorie saranno sicuramente d'aiuto a molte persone che si trovano ad affrontare problemi simili.
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