Le parole che abbiamo imparato con il coronavirus e la pandemia
La pandemia ha colpito tutto il pianeta e ha introdotto diversi cambiamenti nella nostra vita. Nulla era più come prima. Al di là dei cambiamenti nel nostro modo di essere, ha introdotto anche alcuni termini che sono diventati di uso comune e che prima non utilizzavamo. Vediamo quali sono le altre parole che (purtroppo) abbiamo imparato con il coronavirus.
Iniziamo proprio da questa, la grande protagonista. Un tipo di virus che riceve il suo nome dalla "corona" che lo caratterizza quando lo si osserva con un microscopio. Il colpevole di tutti i nostri mali. Giunto a noi da un animale sconosciuto e che non ha fatto che provocare disastri.
Per poter contare i contagi sono stati stabiliti alcuni parametri che occupano ogni giorno la maggior parte dell'informazione lasciata dalla stampa: "incidenza cumulativa" è (semplificato) il numero di casi per ogni 100.000 abitanti. Dato che, con l'arrivo di Omicron, si è moltiplicato arrivando a picchi mai visti.
Nella prima ondata della pandemia, con il numero altissimo di deceduti e senza molte conoscenze scentifiche sul Covid-19, l'ossessione era far scendere la curva dei contagi. L'unica soluzione plausibile dei governi è stata rinchiuderci in casa affinché non ci contaggiassimo.
All'inizio la parola più usata era "quarantena" anche se presto è stata sostituita in parte dal termine inglese "lockdown", per indicare il tempo di chiusura in isolamento domestico.
Nel dicembre 2021 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficializzato la sindrome chiamata "Long Covid", ovvero i sintomi persistenti che alcune persone continuano avere dopo essere stati contagiati, nonostante il tampone risulti negativo. I sintomi sono diversi in ogni individuo: affaticamento, confusione, dolore muscolare, cefalea...
Quando le autorità hanno annunciato che bisognava parlare con le altre persone a una distanza di almeno un metro e mezzo ci sembrava una cosa assurda. Ma il "distanziamento sociale" è diventato realtà soprattutto quando ci si è resi conto della gravità della pandemia.
Esistevano, così come i terrapiattisti, ma non erano mai stati citati così tante volte come in questo periodo pandemico. Per queste persone la scienza ha torto e si tratta di un mero complotto internazionale per introdurci chips attraverso i vaccini.
Il suo uso non è abituale ma, soprattutto all'inizio della pandemia, si ricorreva spesso a questo termine in molti articoli. Le zoonosi soono le malattie che passano dall'animale all'essere umano. Si diceva infatti che fosse colpa di un pipistrello, ma ci sono state conferme.
Introdurre un tampone nel naso è diventata un'esperienza inevitabile in tempi pandemici. La famosa PCR ((Polimerasa Chain Reaction - reazione a catena della polimerasi), detecta se siamo stati contagiati.
Come la PCR ma che dà risultati meno sicuri. Il loro arrivo presso le farmacie ha aperto la porta all'autodiagnosi.
Di polmonite ovviamente avevamo già sentito parlare. Ma cos'è una polmonite bilaterale? Una delle conseguenze più gravi del Covid-19 e la causa principale di morte dei pazienti: l'infezione di entrambi i polmoni riduce la loro capacità di funzionamento.
Altra caratteristica del Covid-19: Ipossia silenziosa. Si tratta di un'infezione molto grave con lesioni polmonari e scarso ossigeno nel sangue, ma senza sitomi evidenti. Quindi i pazienti non appariranno senza fiato o boccheggiando.
Soprattutto nei primi tempi era facile che il virus provocasse una febbre non molto alta (febbricola) ma che persisteva durante parecchi giorni.
Altro termino entrato nel nostro vocabolario quotidiano riguarda le note "varianti" del Covid-19, la già passata variante Delta e l'attuale Omicron che in queste settimane ha fatto raggiungere livelli di contagi altissimi.
Il luogo in cui tutto ha avuto inizio. Durante il periodo natalizio del 2019, secondo uno studio di Science, si è verificato il primo contagio in un mercato di animali vivi di questa città cinese. E da quel momento in poi il mondo non è più stato lo stesso.