Ecco come il padre di Sylvester Stallone ha impedito al figlio di diventare un campione nel polo
Sylvester "Sly" Stallone è considerato una delle più grandi star d'azione di tutti i tempi, grazie ai numerosi film che lo hanno visto protagonista, specialmente negli anni '70 e '80.
L'attore ha avuto un'incredibile carriera che dura da oltre quattro decenni, anche grazie all'uscita del suo film di maggior successo "Rocky".
Nel suo documentario "Sly", targato Netflix, Stallone ha rivelato che l'ispirazione dietro molti film proveniva dai traumi subiti in passato da sua madre e suo padre.
Nato a New York City nel 1946, Sly è figlio di due immigrati italiani di nome Frank Sr. e Jackie Stallone, e ha ricordato la dura realtà di provenire da una famiglia in frantumi.
Nel documentario Netflix, suo fratello Frank Jr. ha affermato: "Nostra madre e nostro padre funzionavano come un orologio. Ero a letto e li sentivi urlare e urlare".
Nel suo nuovo documentario, Stallone stesso ha parlato di suo padre, dicendo: "Non ero estraneo al dolore. Sono stato cresciuto da un padre molto fisico, sai?"
Gli eccessivi comportamenti violenti di suo padre subiti in giovane età hanno cambiato il corso della sua vita. Così, da potenziale giocatore di polo di classe internazionale, ha cercato rifugio nella recitazione.
Stallone iniziò a giocare a polo, disputando partite con i cavalli più pazzi ed economici forniti da suo padre.
Dopo aver praticato con i peggiori cavalli che il denaro potesse comprare, Stallone sviluppò una predisposizione per l'equitazione e il gioco del polo, classificandosi a livello nazionale negli Stati Uniti a soli 13 anni!
Nonostante il suo talento in questo sport, Stallone ha ricordato un incidente in cui suo padre iniziò a urlargli contro dagli spalti, perché, secondo lui, stava cavalcando il cavallo in modo sbagliato.
Secondo quanto riportato da People.com, Stallone ha detto che "nel mezzo del gioco" Frank Sr ha iniziato a rimproverarlo. "Volevo fare un colpo di rovescio e non ho fatto nulla di sbagliato. Lui dice: 'Stai tirando troppo forte il cavallo!'"
"Ho tirato su il cavallo per prepararmi per un altro lancio, e [Frank] esce dalle tribune, mi afferra per la gola, mi lancia a terra, prende il cavallo e se ne va dal campo."
"Mi sono sdraiato lì e ho detto: 'Non voglio mai più vedere un cavallo in tutta la mia vita'". Stallone ha quasi mantenuto quella promessa, ma dopo anni di successo nel cinema, è tornato a praticare questo sport nel 1989.
Sly aveva investito in cavalli e giocatori per giocare con e contro suo padre, formando una super squadra per sfidarsi al Wellington, il campo numero uno al mondo.
Stallone ha ricordato un altro atto di violenza da parte di suo padre Frank: "(Mio padre, ndr) mi ha colpito alle spalle così forte, che sono caduto. Il cavallo passò proprio sopra di me; non so come non mi abbia ucciso".
"Da quel momento in poi non ho più giocato a polo. Ho venduto tutto, ho venduto ogni cavallo, il ranch, il camion, e quella è stata la fine."
Stallone aveva il potenziale per diventare un giocatore di polo di punta, ma il suo trauma lo ha portato a intraprendere la strada della recitazione, una strada che ha riempito la sua vita con più successi di quanto avrebbe mai potuto immaginare.