È così che Alfred Hitchcock tormentava le protagoniste dei suoi film

Realismo costi quel che costi
Janet Leigh in 'Psyco' (1960)
Tippi Hedren in 'Gli uccelli' (1963)
Tippi Hedren in 'Marnie' (1964)
Joan Fontaine in 'Rebecca - La prima moglie' (1940)
Grace Kelly in 'La finestra sul cortile' (1954)
Kim Novak in 'La donna che visse due volte' (1958)
Barbara Leigh-Hunt in 'Frenzy' (1972)
Grace Kelly in 'Il delitto perfetto' (1954)
Ingrid Bergman in 'Notorious' (1946)
John Dall e Farley Granger in 'Nodo alla gola' (1948)
Joan Fontaine ne 'Il sospetto' (1941)
Realismo costi quel che costi

Alcuni registi sono soliti provocare gli attori e le attrici con cui lavorano per suscitare in loro reazioni viscerali e ottenere performance più "realistiche". Tra questi possiamo annoverare Quentin Tarantino e Stanley Kubrick, ma il vero precursore di questa pratica, che ha traumatizzato quasi tutte le interpreti con cui ha lavorato, è stato Alfred Hitchcock. Ecco alcuni casi famosi per i quali oggi avrebbe potuto avere gravi problemi giudiziari.

Janet Leigh in 'Psyco' (1960)

Janet Leigh, l'attrice che ha dato vita al personaggio di Marion Crane in "Psyco", è stata davvero sorpresa durante le riprese dell'emblematica scena del delitto sotto la doccia. Come ha ammesso in seguito, ne è rimasta traumatizzata e non ha potuto fare la doccia per qualche tempo.

Tippi Hedren in 'Gli uccelli' (1963)

In questo storico film, Tippi Hedren è stata veramente attaccata da gruppo di uccelli durante le riprese. Ciò l'ha esposta a un reale pericolo fisico (e infatti si è procurata alcune ferite) e soprattutto le ha provocato un vero e proprio trauma.

Tippi Hedren in 'Marnie' (1964)

Nonostante i maltrattamenti subiti in "Gli uccelli", Tippi Hedren accettò di girare un altro film con Alfred Hitchcok. Il regista si ossessionò con l'attrice e continuò a bistrattarla. Quando lei non cedette alle sue avances, minacciò di rovinarle la carriera e la obbligò a girare un'umiliante e violenta scena. Hedren lo accusò pubblicamente alla Television Critics Association nel 2012.

Joan Fontaine in 'Rebecca - La prima moglie' (1940)

Affinché Joan Fontaine potesse esprimere ciò che significava per lei essere la seconda signora de Winter, Hitchcock la sottopose a continue critiche, manipolazioni e pressioni per intensificare il suo senso di insicurezza sullo schermo.

Grace Kelly in 'La finestra sul cortile' (1954)

Grace Kelly, nel ruolo di Lisa, dovette sopportare riprese prolungate mentre veniva manipolata psicologicamente da Hitchcock, in quanto la paura che esprimeva in alcune scene non gli sembrava autentica.

Kim Novak in 'La donna che visse due volte' (1958)

Alfred Hitchcock controllò minuziosamente l'aspetto e l'interpretazione di Kim Novak, alias Judy, nel film "La donna che visse due volte". Il regista arrivò persino a influenzare la vita privata dell'attrice, costringendola a tingersi i capelli di biondo platino e tenendola lontana da altri progetti per potersi dedicare completamente a questa produzione.

Barbara Leigh-Hunt in 'Frenzy' (1972)

La scena cruenta dello strangolamento di Brenda, interpretata da Barbara Leigh-Hunt, è stata ripetuta innumerevoli volte e ciascuna di essa è stata filmata con dovizia di particolari, cosa che ha causato all'attrice disagio, malessere e, in seguito, un vero e proprio trauma.

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Grace Kelly in 'Il delitto perfetto' (1954)

Lo stesso anno de "La finestra sul cortile", Grace Kelly girò un nuovo film con Hitchcock: "Il delitto perfetto". Come accadde anche a Tippi Hedren, l'attrice subì molestie da parte del regista, che si mise a spiarla con un telescopio durante i suoi appuntamenti amorosi e che non perse occasione di insultarla privatamente e pubblicamente per aver sposato Ranieri di Monaco.

Ingrid Bergman in 'Notorious' (1946)

Ingrid Bergman, nel ruolo di Alice, fu manipolata da Hitchcock, che utilizzò esperienze della sua vita personale di cui era a conoscenza in modo che potesse dare sfogo alla propria angoscia emotiva e alla propria lotta interiore. Le fece filmare innumerevoli volte la scena del bacio, il più lungo della storia del cinema fino a quel momento, e divenne anche ossessionato dall'attrice.

John Dall e Farley Granger in 'Nodo alla gola' (1948)

Sebbene la manipolazione delle sue interpreti femminili sia sempre stata predominante, Hitchcock non ha risparmiato neanche alcuni attori con cui ha lavorato: John Dall e Farley Granger furono sottoposti a lunghe riprese che richiesero un grande sforzo fisico ed emotivo e che li lasciarono esausti.

Joan Fontaine ne 'Il sospetto' (1941)

In questo film Joan Fontaine ricevette istruzioni da Hitchcock per rendere la sua interpretazione ambigua ed enigmatica e in un'occasione fu schiaffeggiata da lui con il pretesto che il suo pianto fosse credibile. Tutto ciò fece entrare l'attrice in uno stato di confusione e tensione durante le riprese e fuori dal set che le costò anni di terapia.

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