Sette anni senza David Bowie: le tenere rivelazioni di sua moglie Iman sulla loro grande storia d'amore
Dal 2016, per molti appassionati di rock, il mese di gennaio è un po' più triste perché si è portato via una delle figure più carismatiche, camaleontiche, imprevedibili e rivoluzionarie della musica (e non solo). Il 10 gennaio di quell'anno, infatti, circondato dall'affetto della sua famiglia, ci ha lasciati David Robert Jones, in arte David Bowie. Oggi sono 7 anni senza di lui.
La triste notizia è arrivata inaspettatamente a soli due giorni dal suo 69º compleanno, lo stesso giorno in cui era uscito 'Black Star', il suo ultimo (e 25º) album in studio, un altro capolavoro firmato Bowie che sembrava preannunciare la sua imminente morte.
'Black Star' è stato realizzato mentre la celebre rockstar lottava una lunga battaglia contro un cancro al fegato che purtroppo non ha potuto vincere.
Al suo fianco negli ultimi 26 anni della sua vita c'è sempre stata sua moglie, Iman Mohamed Abdulmajid, top model somala che negli anni '90 è stata una delle prime attivste a pretendere la stessa paga tra modelle di pelle chiara e di colore.
Dopo la morte del marito, Iman per qualche anno si è chiusa nel suo dolore, consapevole di dover star accanto alla loro figlia Lexi (nata nel 2000) in quel momento così difficile.
Nel 2021, a 5 anni dalla morte del marito, la bellissima Iman decide di aprirsi di nuovo e rivelare alcuni aneddoti mai raccontati sulla sua incredibile storia d'amore con Bowie. Inoltre, lancia una linea di profumi dal nome 'Love Memoir', totalmente ispirata e dedicata al marito.
In una video intervista a People, Iman racconta della prima volta che si sono visti nel 1990, un attimo prima che lui salisse sul palcoscenico prima di un concerto a Los Angeles. A quanto pare per Bowie è stato amore a prima vista. Le parole di Iman su quell'episodio: "Ci incrociammo nel backstage, lui si fermò, mi strinse la mano e mi disse: 'spero che tu trascorra una grande serata'."
Iman rivela anche di essere stata una grande fan dell'artista, tanto da andare spesso ai suoi concerti. Essendo già un'affermata top model, veniva frequentemente invitata nei backstage, invito che ha sempre rifiutato perché non si sentiva a suo agio in situazioni del genere.
Il loro primo incontro ufficiale è avvenuto a cena da un amico in comune, il fotografo Greg Gorman, che a quanto pare invitò entrambi per il suo compleanno. Iman scoprì soltanto alla fine che si trattava di una cena per quattro persone, una sorta di appuntamento al buio.
Nonostante Iman avesse molti dubbi sul frequentare una rockstar di quel livello, dopo qualche mese si è dovuta ricredere perché ha avuto modo di conoscere il vero David Robert Jones, l'uomo e non il cantante, "un gentiluomo, vicino alla famiglia e con grande senso dell'umorismo.", le sue parole a People.
Tra gli aneddoti più romantici Iman ricorda quando in un'uscita, dopo qualche settimana dal primo incontro, David Bowie si inginocchiò per legarle i lacci delle scarpe che le si erano sciolti. In quel momento Iman ha pensato: "Sì, è quello giusto":
Iman e Bowie si sono sposati, un anno dopo, il 24 aprile 1992 a Firenze nella chiesa episcopale di St. James e da allora non si sono più lasciati, fino alla morte dell'artista avvenuta nel 2016.
Con la sua morte David Bowie ha lasciato un'eredità artistica che negli anni, non soltanto ha cambiato il corso della storia della musica, ma anche quello di una società che a quei tempi, tra gli anni '60 e '70, era ancora molto chiusa, gettando anche le basi per un cambiamento in qualsiasi campo artistico, dalla moda alla pop art: un vero (e necessario) shock culturale, insomma.
Basti pensare a una delle sue più potenti e carismatiche maschere, quella di Ziggy Stardust, una sorta di rockstar extraterrestre androgina, super truccata e con stilosissimi stivali con plateau che ha rivoluzionato l'intera società dell'epoca. A dargli una convincente immagine da alieno ci pensava anche il suo occhio sinistro apparentemente di colore diverso dal destro, ma che invece era dovuto a una midriasi, a seguito di un pugno ricevuto durante una lite con un suo compagno di scuola.
Guarda anche: Queste star hanno gli occhi di due colori diversi, lo sapevi?
Steve Norman, musicista degli Spandau Ballett, nel documentario 'Bowie Next – Nascita di una nuova galassia' ricorda la prima volta che vide Bowie esibirsi in 'Starman' al pogramma televisivo 'Top of the pops': "Non soltanto mi colpì il suo look, la sua ambiguità s e s s u a l e... ma quando mise il braccio attorno al chitarrista, all'epoca nessuno faceva cose del genere. Wow, fu un gesto ribelle, una cosa dell'altro mondo".
All'epoca si parlò molto dell'orientamento s e s s u a l e di Bowie, il quale si era dichiarato prima o m o s e s s u a l e, poi b i s e s s u a l e, lasciando sempre un alone di mistero e ambiguità sulla questione.
Oggi sono tante le persone che ringraziano Bowie per aver dato loro la possibilità di fare coming out in un periodo in cui quest'argomento era ancora un tabù. Tra questi Lindsay Kamp, coreografo e regista al fianco di Bowie in quegli anni, come lui stesso ha dichiarato in 'Bowie Next – Nascita di una nuova galassia'.
Soprattutto su quegli anni si concentra 'Moonage Daydream', documentario uscito nelle sale a settembre 2022, diretto da Brett Morgen, dove si alternano interviste inedite e i racconti di chi lo ha conosciuto da vicino. Un ritratto molto intimo della famosa rockstar che diventa un altro elemento fondamentale per entrare appieno nell'Universo Bowie.
Ziggy Stardust non è stato l'unico alter ego di Bowie. Probabilmente è stata proprio questa la sua forza e la sua grandezza: sapersi innovare sempre, rischiando tutto ogni volta. Lo stesso Bowie ha 'ucciso' il suo personaggio improvvisamente con la canzone ‘Rock n Roll S u icide’, All’Hammersmith Odeon di Londra il 3 luglio 1973. Tra le altre maschere che hanno accompagnato la sua carriera ricordiamo quella di Halloween Jack, creato nel 1974 per l'album 'Diamond Dogs'.
Mentre quella più emblematica, anche se non è esattamente uno degli alter ego di Bowie, è senza dubbio Aladdin Sane, maschera creata per l'omonimo album uscito nel 1973, sulla cui copertina appare la famosa foto (scattata da Brian Duffy) del volto di Bowie con il fulmine cremisi e blu, che simboleggia la scissione interna della personalità del cantante.
Il titolo di quest'album si basa su un gioco di parole, 'A lad insane' ('Un ragazzo pazzo'), probabilmente in riferimento al fratello Terry, a cui era stata da poco diagnosticata la schizofrenia, un disturbo molto presente nella famiglia di Bowie.
Nel documentario 'Moonage Daydream' la paura di 'diventare pazzo' si trasforma in uno degli elementi chiave che spingono Bowie verso la continua ricerca di nuovi linguaggi e forme di espressione, che lo hanno reso una indiscussa icona dell'arte di ogni tempo.
Tra il 1975 e il 1977 arriva invece un'altra figura emblematica che accompagnerà Bowie per diversi anni: Il Duca Bianco, un aristocratico elegante, decadente e romantico che si ispira al protagonista del film 'L'uomo che cadde sulla Terra' (1976), da lui interpretato.
Molti critici azzardano che l'ultimo alter ego di Bowie sia Lazarus, l'uomo con le bende agli occhi che compare nei video dell'omonima canzone e di 'Black Star'. 'Lazarus' è stato anche un progetto teatrale scritto dal cantante nel 2015.
Le maschere indossate da Bowie sono servite per interpretare e corredare in maniera eccezionale alcuni dei più grandi successi musicali che la storia del rock abbia avuto.
Tra le canzoni più famose ricordiamo 'Space Oddity' del 1969, che accompagnò anche il primo sbarco sulla Luna. La BBC utilizzò il famoso brano come commento alle immagini dell'allunaggio.
Nel 1971 era la volta di 'Changes' e di 'Life on Mars', pubblicate nell'album Hunky Dory. Con questo album nasce il glam rock con i suoi look glamour e sfavillanti, totalmente in contrasto con la rigidezza della borghesia britannica del tempo.
Altro brano celebre è 'Five Years' scritto nel 1972 che apre l'album 'The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars'. Nello stesso disco troveremo 'Starman', che diventerà subito una hit.
Nel 1974 invece uscì un'altra delle sue canzoni più famose, 'Rebel Rebel', una sorta di inno e incitamento alla libertà di ogni persona, contro un sistema che non permette di ragionare con la propria testa.
Altro capolavoro cantanto da Bowie è 'Fame', scritta in collaborazione con John Lennon e il chitarrista Carlos Alomar. 'Fame' è stato il primo singolo numero uno di David Bowie nella classifica americana.
Nel 1977 dopo anni di eccessi, soprattutto per quanto riguarda l'abuso di sostanze illegali, Bowie decide di lasciare Los Angeles per trasferirsi a Berlino, città dove registrerà forse la sua opera più importante, definita oggi la Trilogia di Berlino.
La trilogia berlinese include tre album: 'Low' (1977), 'Heroes' (1977) e 'Lodger' (1979), scritti con la collaborazione dell'amico Brian Eno. Ad oggi costituiscono i migliori esempi di art rock del ventesimo secolo.
Gli anni '80 invece iniziano con il lancio di 'Ashes to Ashes', un successo internazionale in cui, quasi inspiegabilmente, resuscita Major Tom di 'Space Oddity', e con la collaborazione con i 'Queen', per la composizione di 'Under Pressure', che però Bowie e Freddie Mercury non hanno mai cantato insieme.
Ma è grazie all'album e all'omonima canzone 'Let's dance' che Bowie viene consacrato come un'assoluta star internazionale, apprezzata in tutto il mondo (anche se questi anni, fanno storcere un po' il naso ai vecchi fan).
Gli anni '90 continueranno a essere un periodo incredibilmente creativo, ma con dischi più sperimentali, che vedono la nascita di 'Black Tie White Noise', 'The Buddha Of Suburbia' e '1.Outside', quest'ultimo considerato da molti il migliore album di quella decade.
Il 23 giugno 2004 è la data dell'ultimo concerto di David Bowie. Quel giorno, mentre si esibiva a Praga, ha dovuto interrompere il live per un problema alla spalla, mentre dopo pochi giorni, in Germania, all'Hurricane Festival, durante l'esibizione viene improvvisamente colpito da un infarto.
Da quel momento in poi, Bowie ha iniziato un lungo periodo di silenzio artistico fino al 2013 quando è uscito il disco 'The next step' con il singolo 'Where are we now?', canzone in cui rivive i suoi anni di creatività a Berlino.
Con 'Black Star' (2016), invece, il duca bianco decide di fare un ultimo regalo ai suoi fan prima di morire, dando vita a uno dei suoi migliori album in assoluto.
David Robert Jones, nato a Brixton (Londra) l'8 gennaio 1947, secondo quanto scritto da Forbes, ha lasciato un patrimonio di circa 100 milioni di dollari, che ha quasi intermanente destinato alla sua famiglia: sua moglie Iman, sua figlia Lexi e suo figlio Duncan Jones, avuto nel 1971 con la prima moglie Angie. Alla sua assistente di sempre, Corinne Schwab, nota a tutti come Coco, ha lasciato 2 milioni di dollari.
Ad oggi, molti musicisti e critici sono d'accordo nel dire che la geniale eredità artistica di David Bowie continuerà a influenzare la scena del rock per molti anni ancora. Un'eredità che, al pari di un'opera d'arte, resterà immortale.