L'arte di Banksy tra le macerie in Ucraina. Chi si cela dietro il misterioso street artist?
Dopo molti mesi di silenzio, Banksy è tornato in azione. E lo ha fatto in Ucraina, tra le macerie di Borodyanka e altre città lacerate dalla guerra.
Con un video pubblicato sul suo profilo Instagram, Banksy ha rivendicato le sette opere apparse sui muri divelti dalle bombe della martoriata Ucraina nel mese di novembre 2022. Il video si conclude con la frase: "In solidarietà con il popolo ucraino".
Tra i soggetti dei graffiti, ci sono un anziano in vasca da bagno, un piccolo judoka che mette al tappeto un adulto corpulento (chiara allusione alla passione di Putin per le arti marziali), due bambini che fanno l'altalena sui residui delle trincee di Kiev e una ginnasta con collare ortopedico che danza con un nastro tra le mani.
Lo street artist lascia di nuovo il segno per denunciare la follia della guerra e della devastazione che provoca. Non è la prima volta che Banksy esprime il suo impegno per la pace attraverso le sue opere. Ma chi si nasconde dietro lo pseudonimo di questo misterioso artista?
Inglese, maschio, bianco, biondo e nella quarantina: questa è la descrizione di Banksy secondo gli indizi raccolti dai giornalisti nel corso degli anni. Ma quale sia la sua vera identità è uno dei segreti meglio custoditi al mondo.
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Molti credono che Banksy provenga dalla città britannica di Bristol perché tutti i suoi primi lavori sono apparsi lì.
Per Banksy l'anonimato è uno degli aspetti principali della sua personalità artistica, ma non può evitare che la gente continui a chiedersi chi è. Alcuni pensano che possa essere Robin Gunningham, un artista di graffiti di Bristol.
Altri dicono che il suo alter ego sia Robin Banks. Questo nome, la cui pronuncia in inglese è molto simile a quella dell'espressione "rapinare banche", si addice al carattere eversivo dell'artista.
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Un'altra teoria sull'identità di Banksy lo ritrae in un'umile famiglia operaia. Si dice che sia figlio di un macellaio di Bristol, una voce che qualcuno ha inventato per ragioni sconosciute e, poiché tutto ciò che riguarda Banksy è così misterioso, la gente l'ha semplicemente fatta circolare fino a farla diventare una supposizione comune.
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La teoria più accreditata sull'identità di Banksy proviene dal giornalista Craig Williams, il quale suggerisce che si tratti di Robert Del Naja della band Massive Attack.
Williams ha notato che le opere di Banksy sono apparse ovunque si esibissero i Massive Attack. Per lui non può essere una coincidenza.
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Banksy ha accettato di promuovere il suo documentario "Exit Through the Gift Shop" al Sundance Film Festival del 2010. L'artista ha dipinto una serie di opere a Park City, la città dello Utah dove il film è stato presentato in anteprima. Giocando con il mistero che circonda la sua identità, è riuscito a mantenerlo segreto.
Sono pochi coloro che affermano di conoscere Banksy. Il giornalista Simon Hattenstone è riuscito a intervistarlo una volta, all'inizio della sua carriera. Lo street artist Thierry Guetta ha collaborato al documentario "Exit Through the Gift Shop" dopo aver conosciuto Banksy casualmente durante un progetto di ricerca.
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Qualunque sia il suo vero nome, l'identità ideologica di Banksy è facilmente intuibile. Ha un carattere ribelle, in certa misura è anticapitalista, sostenitore del popolo della Palestina (dove ha realizzato alcuni dei suoi capolavori) e un po' punk vecchia scuola.
Nel 2020 con la sua arte Banksy ha espresso il suo sostengo al movimento Black Lives Matters e alle proteste contro il razzismo negli Stati Uniti e in altre parti del mondo.
Recentemente è emersa la teoria che, invece di essere un solo individuo, Banksy sia un collettivo di artisti urbani, una rete collaborativa internazionale che produce opere d'arte secondo lo stile unico attribuito a Banksy.
I muri degli spazi pubblici sono i luoghi preferiti da Banksy per dipingere. Sono portatori di elementi di sovversione e sorpresa. Nel tempo, tuttavia, le sue opere sono diventate molto famose e rare, al punto da essere ambite dai ladri d'arte. Questo omaggio alle vittime dell'attentato al Bataclan del 2015 a Parigi, ad esempio, è stato rubato e successivamente recuperato dalla polizia in Italia.
A volte Banksy accetta di esporre in una galleria. La ribellione, però, non finisce davanti alla porta. Ricordi quando ha venduto una stampa della sua "Bambina con palloncino" che si è autodistrutta subito dopo la vendita? C'era un meccanismo nascosto nella cornice per distruggere la carta. Alcuni partecipanti all'evento affermano di aver visto una persona che filmava l'intera scena e hanno ipotizzato che fosse Banksy. Ma nessuno è stato in grado di dimostrarlo.
Banksy è famoso quanto Johannes Vermeer, il pittore del celebre quadro "Ragazza con l'orecchino di perla". Questo graffito, chiamato "Ragazza con un timpano trafitto", è apparso a Bristol come omaggio alle vittime e agli operatori sanitari della pandemia di coronavirus.
Le opere di Banksy hanno un valore sempre più elevato. Il Banksy più costoso della storia è stato battuto all'asta per 11,1 milioni di euro nel 2019.
In quanto icona della cultura moderna, Banksy è molto presente nella nostra conoscenza collettiva. Eppure, quando pensiamo a lui possiamo solo immaginare uno dei suoi graffiti. Ma prima o poi il suo vero nome e il suo vero volto dovranno uscire allo scoperto. Nessun mistero può durare per sempre.