Salvatore Cascio, il piccolo Totò di 'Nuovo Cinema Paradiso', colpito da una grave malattia genetica
A più di trent'anni dalla sua uscita nelle sale cinematografiche, il film premio Oscar 'Nuovo Cinema Paradiso' diretto da Giuseppe Tornatore riesce ancora a conquistare il cuore di ogni spettatore.
Uscito nel 1988, 'Nuovo Cinema Paradiso' è un film sull'amicizia, sulla nostalgia, sull'amore e sulla ricerca di una propria identità: è questo che unisce il piccolo protagonista Totò, interpretato da Salavatore Cascio, ad Alfredo, impersonato da Philippe Noiret, il proiezionista del cinema locale e sua 'guida spirituale'.
A rendere il film ancora più indimenticabile, la magnifica colonna sonora di Ennio Morricone, venuto a mancare, purtroppo, a luglio 2020, figura attorno alla quale nel 2022 lo stesso Tornatore ha realizzato il documentario 'Ennio', un vero e proprio omaggio al grande maestro.
Oltre al premio Oscar come Miglior film in lingua straniera, 'Nuovo Cinema Paradiso' ha accumulato tantissimi altri premi tra cui il Gran premio speciale della giuria al Festival di Cannes, un David di Donatello per il Miglior compositore e un Golden Globe come Miglior film straniero.
Foto: Miramax
Del film resta celebre una frase: "Se dovessi perdere la vista, tu sarai i miei occhi", detta al piccolo Totò da Alfredo, che poi perderà la vista a causa di un incendio nella cabina di proiezione.
Ma un crudele scherzo del destino ha voluto che proprio il piccolo attore, Salvatore Cascio, nella vita reale iniziasse ben presto ad avere dei seri disturbi alla vista, disturbi che, nel corso degli anni, lo hanno portato verso una parziale cecità.
A 11 anni, subito dopo il grande successo con il film di Tornatore, al piccolo Salvatore (detto Totò, come il protagonista del film) venne diagnosticata la retinite pigmentosa, una malattia genetica degenerativa che colpisce la retina, la parte dell'occhio sensibile alla luce. Le persone che ne sono affette possono sperimentare una progressiva perdita della vista, come nel caso di Totò Cascio.
Durante un'intervista al Corriere della Sera del marzo 2022, l'attore del film Premio Oscar ha descritto cosa riesce a vedere: "Le luci. Percepisco se in una stanza ci sono le finestre aperte, ma oggi sono abbastanza autonomo. Dopo anni di lavoro su me stesso ho imparato che il vittimismo serve a poco".
Quella diagnosi gli fu data proprio quando per il piccolo attore si stava aprendo un mondo fatto di cinema e successo. Lo racconta lui stesso al Corriere: "Dopo il successo internazionale di 'Nuovo Cinema Paradiso' fioccavano le offerte. Io ero un bambino, non mi rendevo conto di tutto quello che stava succedendo. La premiazione agli Oscar, l’incontro con Sylvester Stallone, le battute con Celentano, i palleggi con Baggio e Vialli, i viaggi in USA e in Giappone perché mi volevano negli spot pubblicitari."
All'epoca nonostante la dura diagnosi formulata in un importante centro specializzato svizzero, il giovane Totò continuò a fare provini cercando di nascondere la sua malattia.
Sempre durante l'intervista ammette di aver sbagliato, di essersi nascosto per quasi quarant'anni, invece di chiedere aiuto: "È stato questo il mio errore: nascondermi. Se invece avessi chiesto subito aiuto non avrei vissuto fino a quasi 40 anni nell’isolamento più totale".
A trattenerlo dal farsi aiutare furono "l'orgoglio e la paura", come lui stesso afferma, il timore di non deludere e di non essere più quel bambino prodigio che tutti avevano conosciuto.
Totò Cascio ha raccontato la sua storia anche nel suo primo libro dal titolo 'La gloria e la prova. Il mio Nuovo Cinema Paradiso 2.0', uscito nel febbraio 2022.
Il libro vuole essere una sorta di racconto di formazione e rinascita in cui l'attore spiega come sia riuscito a trovare la forza di affrontare la sua grave malattia e tutto il percorso che ha dovuto seguire per riuscirci.
Come spiega anche al Corriere, Totò Cascio è riuscito ad accettare la malattia grazie alla "psicoterapia, lavorando a contatto con altre persone che hanno la mia stessa forma di invalidità."
Nonostante il grave problema agli occhi, Totò Cascio, nei primi anni della malattia, ha comunque partecipato a diversi progetti cinematografici diretti da importanti registi.
Ricordiamo la sua partecipazione in 'Stanno tutti bene' (1990), sempre di Giuseppe Tornatore, 'Jackpot' (1991), diretto da Mario Orfini e 'Festival' (1996) con la regia di Pupi Avati.
L'ultimo film in cui è possibile vederlo è 'Enzo, domani a Palermo!' film del 1999 diretto da Daniele Ciprì e Franco Maresco (entrambi nella foto).
In tempi più recenti ha preso parte al documentario 'Protagonisti per sempre' uscito nel 2014 e diretto da Mimmo Verdesca (nella foto) e al cortometraggio 'A occhi aperti' del 2021, per la regia di Mauro Mancini.
Oggi Totò Cascio ha poco più di quarant'anni, la maggior parte dei quali trascorsi nell'ombra e nella solitudine. Alla domanda del giornalista "cosa ti manca di più", risponde: "Non ho fatto in tempo a vedere il volto dei miei due nipotini, e questo è un grande rammarico. Poi, certo, mi manca il non poter guardare le belle donne, ma ho fatto in tempo a vedere i gol di Totti e, insomma, dai, va bene così".
Ma Totò Cascio, nonostante la malattia che lo ha colpito in giovanissima età, ha ancora tanti sogni nel cassetto, come afferma lui stesso al Corriere: "Adesso sono pronto per ricominciare. Vorrei portare 'La gloria e la prova', il libro che ho scritto per Baldini + Castoldi, in teatro. Vorrei andare in giro a parlare a chi soffre del mio stesso disturbo. Vorrei, perché no, tornare a recitare. Vediamo".
Noi, ovviamente, gli auguriamo di realizzarli tutti e non lo ringrazieremo mai abbastanza per averci catturato l'anima in uno dei più grandi capolavori del cinema italiano.
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