Tutti i leader jihadisti uccisi dagli USA (perché 'Se sei una minaccia, gli USA ti scovano')

Al Zawahiri, capo di Al Qaeda, ucciso in un'operazione Usa
La 'guerra al terrore'
Uno dei
Chi era Al-Zawahiri
La partecipazione nella nascita della Jihad islamica egiziana
La sua personalità, descritta da sua sorella
Dietro altri attacchi terroristici
Il 20º anniversario dell'11 settembre
Osama bin Laden era carismatico, mentre Al-Zawahiri...
Più esperto di Bin Laden
Un'operazione fondamentale
La lotta al terrorismo
Abu Musab Al Zarqawi
Tre anni dopo l'inizio della guerra in Iraq
Osama Bin Laden
Dieci anni di caccia all'uomo
Hamza Bin Laden
Abu Bakr Al Baghdadi
Insieme a tre dei suoi figli
Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi
Maher Al Agal
La lotta contro il terrorismo continua
È davvero possibile voltare pagina?
È tutto finito?
Al Zawahiri, capo di Al Qaeda, ucciso in un'operazione Usa

Era già scampato ad un attacco il 13 gennaio 2016, Ayman Al-Zawahiri, l'ex numero 2 di Osama Bin Laden. In quell'occasione, secondo quanto riportato dalla BBC, aveva ammonito il presidente George W Bush: né lui "né tutte le potenze della Terra" avrebbero potuto anticipare la sua morte "di un secondo", aveva detto il leader di Al Qaeda. Sedici anni dopo, però, tra il 30 e il 31 luglio 2022, la sua sorte è cambiata.

La 'guerra al terrore'

L'intelligence americana lo aveva scovato a Kabul e, come segnala il New York Times, ne aveva seguito i movimenti per mesi, prima di lanciare un attacco mirato con un drone sulla casa in cui si occultava nel quartiere di Sherpur, segnando un'importantissima vittoria in quella "guerra al terrore" intensificatasi dopo gli attacchi subiti alle Torri Gemelle, al Pentagono e in Pennsylvania l'11 settembre 2001.

Uno dei "most wanted"

Si tratta di un risultato importante in quanto, alla morte di Osama Bin Laden, era stato proprio Ayman Al-Zawahiri ad aver preso le redini di Al Qaeda. Per gli Stati Uniti si trattava di uno dei 22 terroristi più ricercati nel mondo e sulla sua testa pendeva una taglia di 25 milioni di dollari.

Chi era Al-Zawahiri
La partecipazione nella nascita della Jihad islamica egiziana

Mentre studiava medicina, era diventato membro dei Fratelli Musulmani, a cui probabilmente si era unito dopo la guerra dei sei giorni, per poi contribuire, successivamente, alla nascita della Jihad islamica egiziana (EIJ), ritenuta responsabile della morte del presidente Anwar Sadat nel 1981 (nonostante la sua implicazione nell'attentato non sia mai stata dimostrata).

 

La sua personalità, descritta da sua sorella

Nel 2011 sua sorella, Heba Mohamed al-Zawahiri, aveva offerto al Corriere della Sera un ritratto della personalità di suo fratello: “Ayman non è uno capace di compromessi. Vede tutto bianco o tutto nero. Questo è il suo problema. Io non so perché è diventato così radicale. Era uno timidissimo. Silenzioso. Pregava e studiava”. Un bravo ragazzo, insomma.

Dietro altri attacchi terroristici

Timidissimo o meno, le voci su una sua partecipazione in attacchi come quelli del 1998 alle ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania, seppur mai corroborata, lo avevano posizionato al centro dei radar della lotta al terrorismo. Era considerato, infatti, anche il regista, insieme a Osama Bin Laden (a sinistra nella foto), degli attentati del 2001 negli Stati Uniti.

Il 20º anniversario dell'11 settembre

Proprio al giorno del 20º anniversario di questa tragedia, in cui persero la vita oltre 3.000 persone, risale la sua ultima apparizione pubblica in un video messaggio trasmesso dal braccio mediatico di al-Qaeda, as-Sabah. In quell'occasione aveva rivolto un appello a tutti i musulmani a sferrare attacchi contro le forze occidentali. "Continueremo a combattervi", aveva detto.

Osama bin Laden era carismatico, mentre Al-Zawahiri...

Che sia stato il vero cervello degli attentati del 2001 era la convinzione di alcuni esperti del New York Times già all'indomani della tragedia: allo straordinario carisma di Osama bin Laden, infatti, avevano associato l'importanza strategica della figura di al-Zawahiri, capace, a detta dei massimi conoscitori del mondo del fondamentalismo, di fornire all'organizzazione quell'intelligenza e astuzia tattica necessarie per progettare attentati di tale magnitudine.

Più esperto di Bin Laden

Dia'a Rashwan, infatti, ne aveva analizzato l'importanza sulle pagine del New York Times, concludendo: "Ha una maggiore esperienza di Bin Laden, dagli anni '70 il suo nome è stato spesso associato ai vari casi in cui sono stati coinvolti gli estremisti islamici''.

Un'operazione fondamentale

Vista l'entità e la rilevanza della figura di Ayman Al-Zawahiri nell'universo del terrorismo, insomma, che per Biden e l'intelligence degli Stati Uniti in generale la sua eliminazione sia stata un'operazione di primaria importanza è indubbio, soprattutto alla luce delle polemiche seguite al ritiro delle truppe statunitensi dall'Afghanistan.

"Se sei una minaccia, gli USA ti scovano"

Parlando alla nazione dalla Casa Bianca, annunciando l'uccisione del leader di Al Qaeda avvenuta alle 21.48 del 30 luglio (mattina del 31 luglio a Kabul), il presidente statunitense ha approfittato anche per lanciare un monito a quanti intendono continuare a minacciare il territorio e il popolo americano: "Non importa quanto tempo serve o dove ti nascondi. Se sei una minaccia, gli USA ti scovano”.

La lotta al terrorismo

Le parole di Biden trovano conferma nelle passate operazioni condotte dagli Stati Uniti e mirate all'eliminazione dei principali esponenti del terrorismo internazionale. Vediamo insieme chi sono gli altri terroristi morti per mano degli Stati Uniti, in quella serie di operazioni definite in gergo militare "targeted killings" (uccisioni mirate).

Abu Musab Al Zarqawi

Iniziamo dal 2006, il 7 giugno precisamente, giorno in cui le forze americane uccidono il terrorista giordano Abu Musab al-Zarqawi, feroce leader di al Qaeda in Iraq e presunto cervello dietro i tremendi video delle esecuzioni degli ostaggi occidentali. Ad ucciderlo, un missile lanciato da un aereo contro il suo nascondiglio a Baghdad.

Tre anni dopo l'inizio della guerra in Iraq

La morte di Abu Musab al-Zarqawi si inquadra nell'ambito della guerra in Iraq, paese responsabile, secondo l'amministrazione Bush, di essere una base per il terrorismo e di nascondere armi di distruzione di massa.

Osama Bin Laden

Durante l'amministrazione Obama, invece, è il numero uno di Al Qaeda a finire nel bersaglio e ad essere colpito durante la notte dell’1 maggio 2011. Osama bin Laden, leader indiscusso dell'organizzazione terroristica e mente dell’attacco all’America dell’11 settembre, viene ucciso a Abbottabad dalle forze antiterrorismo americane, in Pakistan, dopo una caccia durata dieci anni.

Dieci anni di caccia all'uomo

È bastato un singolo proiettile lanciato da uno dei commando dei Navy Sales a uccidere Bin Laden. Che si trovasse in Pakistan destò numerose polemiche su quanto potesse considerarsi affidabile il Pakistan come "amico" degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo.

Hamza Bin Laden

Arriviamo al 2019, a settembre, quando è il presidente Donald Trump ad annunciare la morte di Hamza Bin Laden, figlio di Osama e suo apparente successore al vertice di al Qaeda, durante un raid nella regione al confine tra l’Afghanistan e il Pakistan.

Foto: NJ Department of Homeland Security, Public domain, via Wikimedia Commons

Abu Bakr Al Baghdadi

Sempre nel 2019, nella notte tra il 26 e il 27 ottobre, muore Abu Bakr Al Baghdadi nel nord-ovest della Siria. Era il numero 1 dell'Isis all'epoca, il califfato islamico formatosi tra l'Iraq e la Siria e considerato la nuova base del terrorismo antioccidentale, ricercato

Insieme a tre dei suoi figli

Fu lui stesso a togliersi la vita, facendo detonare un giubbotto esplosivo durante il raid, dopo essersi rifugiato in un tunnel. Con lui muoiono anche tre dei suoi bambini che aveva portato con sé.

Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi

All'Isis era legato anche il nome di Abu Ibrahim al-Hashimi Al Qurashi, morto il 3 febbraio 2022 in un raid delle forze speciali americane in Siria. Anche in questo caso, il leader dell'Isis si è tolto facendo esplodere una bomba. Insieme a lui, nella sua abitazione (in foto) c'era anche la sua famiglia.

Maher Al Agal

Il 12 luglio 2022 perde la vita vicino a Jindires in Siria anche un'altra figura emblematica, fortemente implicata nella ricostruzione della rete terroristica fuori dai confini dell'Iraq e della Siria. Si tratta di Maher Al Agal: a colpirlo a morte un attacco mirato lanciato con un drone. Agal era considerato uno dei cinque leader più importanti dell’Isis.

Nella foto, il luogo dell'attacco.

La lotta contro il terrorismo continua

Ci sono moltissime questioni irrisolte nella guerra al terrorismo, ma resta il fatto che si tratta di un crimine che non ha possibili giustificazioni, qualunque ne siano le motivazioni o l'origine, e combatterlo è una priorità, per evitare ulteriori morti e dare pace ai familiari delle vittime. Con la recente morte di al-Zawahiri, è a questi ultimi che si è rivolto Biden, augurando loro di poter "voltare pagina".

È davvero possibile voltare pagina?

Eppure sui principali quotidiani di tutto il mondo già si discute su chi potrebbe essere il successore di al-Zawahiri alla guida di Al Qaeda. Al Jazeera aveva già parlato della nomina ad interim di Saif al Adel, braccio destro di al-Zawahiri, che potrebbe assumere il ruolo di nuovo numero 1 dell'organizzazione.

È tutto finito?

O, como prospetta Reuters, tra i vari papabili alla leadership potrebbe esserci Abd al-Rahman al-Maghrebi, il genero marocchino del terrorista ucciso, che negli anni ha già ricoperto ruoli di particolare prestigio all'interno di Al Qaeda. Ci chiediamo, quindi: è davvero possibile voltare pagina come se con la morte di al-Zawahiri fosse tutto finito? Sembrerebbe di no.

Ancora