Perché l'Artico può essere un nuovo motivo di tensione tra Russia, Stati Uniti e Cina

L'Artico è l'Arca di Noè della Russia di Putin?
La zona dell’Artico russo rappresenta un quinto delle entrate della Russia
Prima di tutto, per geografia
La costa della Siberia, un motivo di frustrazione per la Russia
Questo spiegherebbe l’invasione della Crimea e la guerra in Ucraina?
Per controbattere le sanzioni occidentali, ma non solo
Ma perché?
Tempi di percorrenza inferiori
Le grandi risorse naturali dell'Artico
Un incremento del volume di scambio
L’aumento dell’importanza strategica di questa rotta si deve al riscaldamento globale
Le temperature aumentano più velocemente
In parole povere, i ghiacci si stanno sciogliendo
Il Mar di Barents
La sovranità dell’Artico non è mai stata stabilita
I russi ci avevano già provato in passato
Non sono solo Stati Uniti, Canada, Danimarca e Norvegia i competitor della Russia
Cosa ci guadagna la Cina
E gli Stati Uniti?
La “Strategia nazionale per la regione Artica”
La guerra in Ucraina ha accelerato tutto
Dovrebbe preoccupare tutti
Bene per alcune economie, ma cosa significa per il pianeta?
L'Artico è l'Arca di Noè della Russia di Putin?

Ne aveva già parlato Igor Sechin, CEO della società petrolifera russa Rosneft e oligarca fedelissimo a Putin, durante un intervento al Forum economico di San Pietroburgo a giugno 2022. “L’arca di Noé” capace di salvare l’economia globale, ma soprattutto quella russa, martoriata e fortemente colpita dalle sanzioni occidentali, “si trova nell’Artico”.

 

La zona dell’Artico russo rappresenta un quinto delle entrate della Russia

Come riporta arctic-russia.ru, il portale degli investimenti della zona artica della Federazione Russa, quest’ultima “rappresenta un quinto delle entrate del bilancio federale”. Non è un caso, insomma, che la Russia sia interessata all’Artico, ma perché questa zona del pianeta sembra oggi ancora più appetitosa di ieri?

Foto: Sergey Pesterev / Unsplash

Prima di tutto, per geografia

La Russia, in realtà, ha sempre dimostrato un grande interesse all’Artico, prima di tutto per una questione geografica: sull’Artico si affaccia la più grande linea costiera del paese, quella che comprende la regione della Siberia.

La costa della Siberia, un motivo di frustrazione per la Russia

La linea costiera in Siberia, però, ha sempre rappresentato per la Russia un motivo di frustrazione. Le acque della zona artica sono acque navigabili solo alcuni mesi all’anno, normalmente da giugno a novembre. In inverno e primavera, le vie marittime della zona, a causa dei ghiacci, sono quasi totalmente impraticabili.

Foto: Sergey Pesterev / Unsplash

Questo spiegherebbe l’invasione della Crimea e la guerra in Ucraina?

Questa, d’altro canto, potrebbe essere una spiegazione plausibile dell’interesse del Cremlino verso zone di accesso a mari più temperati, come il Mediterraneo, e potrebbe fornire una causa più concludente dell’annessione della Crimea, della presenza russa in Libia, dell’intervento in Siria e perfino della guerra in Ucraina.

Per controbattere le sanzioni occidentali, ma non solo

Se a giugno Sechin ha parlato dell’Artico, però, non è solo per controbattere agli effetti delle sanzioni occidentali sull’economia russa: il manager russo è consapevole di cosa rappresenti l’Artico per la Russia, ma soprattutto per la società petrolifera che dirige: l’Artico è una zona con il potenziale di diventare cruciale per il commercio globale in un futuro più o meno prossimo.

Ma perché?

L’Artico fa gola per innumerevoli motivi: ricchissimo di risorse naturali, per le condizioni geologiche è ancora poco sfruttato. Ma non solo. Il mare Artico potrebbe essere una via di comunicazione e transito più veloce rispetto a quelle che normalmente vengono utilizzate più spesso oggi.

Foto: Annie Spratt / Unsplash

Tempi di percorrenza inferiori

Stando alle ultime stime, i tempi di percorrenza di quella che viene denominata la “rotta marittima del Nord”, sarebbero inferiori del 40% rispetto a quelli di percorrenza delle rotte tradizionali, cosa che si traduce in un risparmio interessante non solo di tempo, ma anche di carburante, rispetto, ad esempio, al trasporto attraverso il Canale di Suez.

 

Le grandi risorse naturali dell'Artico

Inoltre, la percorribilità di questa rotta marittima artica si tradurrebbe anche in un aumento della possibilità di sfruttare le grandi, grandissime risorse naturali della regione artica (gas e petrolio), garantendone il trasporto tra i diversi porti asiatici e occidentali.

 

Un incremento del volume di scambio

Ma se fino al 2019 il traffico di merci, secondo i dati riportati da arctic-russia.ru, ammontava a 31,5 milioni di tonnellate, le previsioni per il futuro sono promettenti: si stima che entro il 2035 il volume di trasporto merci attraverso la Northern Sea Route sarebbe di 160 milioni di tonnellate. Come sarà possibile?

L’aumento dell’importanza strategica di questa rotta si deve al riscaldamento globale

L’Artico una delle regioni più colpite dal riscaldamento globale e ghiaccia meno anno dopo anno. Ma non solo: le temperature in questa zona del pianeta si innalzano ad un ritmo ben maggiore rispetto ad altre parti del mondo.

Le temperature aumentano più velocemente

Le temperature stanno aumentando in modo particolare nel mare di Barents, a nord della Norvegia e della Russia, 7 volte più velocemente rispetto alla media globale uno studio condotto dall’Istituto di Meteorologia Finlandese, pubblicato sulla rivista scientifica Communications Earth & Environment.

Foto: Marc Marchal / Unsplash

In parole povere, i ghiacci si stanno sciogliendo

Questo significa, come è già tristemente noto, che i ghiacci artici si stanno sciogliendo. E lo stanno facendo a un ritmo rapidissimo, con terribili conseguenze per il pianeta, ma rendendo anche praticabili nuovi percorsi per le navi mercantili, prima impensabili in alcuni mesi dell’anno.

Foto: Adam Excell / Unsplash

Il Mar di Barents

Quella del Mar di Barents è un’area che la Russia, quindi, vorrebbe sfruttare per aumentare i trasporti navali nelle rotte settentrionali. Ma a volerlo non è certo la sola.

Foto: Vadim Artyukhin / Unsplash

La sovranità dell’Artico non è mai stata stabilita

Gli oltre 4 milioni di km quadrati su cui si estende l’Artide formalmente non appartengono a nessun paese, sebbene Russia, Canada, Norvegia, Danimarca e Stati Uniti ne possiedano alcune zone. Rappresenta quindi un terreno di potenziale conflitto politico e commerciale tra le varie potenze.

Foto: Ivana Medic / Unsplash

I russi ci avevano già provato in passato

Mosca ha provato diverse volte a far sì che le venisse riconosciuta la sovranità sull’Artide, ma senza risultato. Emblematico fu il suo tentativo nel 2007, come riporta da The Guardian, quando fece calare un contenitore con una bandiera russa sul fondale del Mar Glaciale Artico per rivendicare la possessione di quel tratto di acque.

 

Non sono solo Stati Uniti, Canada, Danimarca e Norvegia i competitor della Russia

Pur non avendo un affaccio sul Mar Glaciale Artico, il paese che manifesta un maggiore interesse ai progetti russi sulla Northen Sea Route è la Cina.

 

Cosa ci guadagna la Cina

In ogni caso, la Cina considera l’Artico cruciale per la sua politica commerciale, tanto che nel 2018 in un documento ufficiale denomina la Rotta del mar del Nord come la “Polar Silk Road”, ovvero la “via della seta polare”.

E gli Stati Uniti?

Secondo Politico, gli Stati Uniti sono in ritardo. E se risaliamo a dichiarazioni di anni precedenti, come quella fornita alla CNN dal retroammiraglio della Marina degli Stati Uniti David W. Titley nel 2019, sono in ritardo già da tempo.

Foto: Annie Spratt / Unsplash

"Ignorato nell'ultimo paio d'anni"

“[L’Artico] è stato fondamentalmente ignorato nell’ultimo paio d’anni, ma i nostri rivali hanno piani seri con risorse serie per capire come operare lassù. Ora, come vediamo, c’è un certo interesse da parte degli Stati Uniti, anche se in ritardo” disse Titley già tempo addietro.

La “Strategia nazionale per la regione Artica”

Ad ottobre 2022 l’Amministrazione Biden ha reso pubblico un documento intitolato “National Strategy for the Arctic Region”, ovvero “Strategia nazionale per la regione Artica” in cui viene articolata la strategia che gli USA prevedono seguire nel prossimo decennio.

La guerra in Ucraina ha accelerato tutto

Secondo l’analisi proposta da Politico, la guerra in Ucraina avrebbe intensificato l'interesse statunitense sulla regione e aumentato le preoccupazioni delle potenze coinvolte, ma l’esperienza degli USA sarebbe poca e poco efficace, sebbene siano ben consapevoli dell’importanza strategica che il controllo di questa rotta potrebbe avere nei prossimi anni.

Dovrebbe preoccupare tutti

In ogni caso, il timore che la Russia porti avanti il suo progetto di dominio della regione c’è e non è da sottovalutare. Perché “Ciò che accade ora nel Nord è importante. Ha un effetto diretto sulla sicurezza ovunque", come ha dichiarato l’ammiraglio Rune Andersen, comandante della Marina e della guardia costiera norvegese a Politico.

Bene per alcune economie, ma cosa significa per il pianeta?

Di fronte a queste considerazioni economiche e politiche, gli attivisti ambientali sono allibiti e affermano che le preoccupazioni delle grandi potenze sulle questioni geopolitiche e di sicurezza alla base dell’intensificarsi dell'uso della “Northern Sea Route” hanno un solo obiettivo: sviare l’attenzione su un tema ben più cruciale per l'umanità intera, ovvero lo scioglimento dei ghiacci artici.

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