'Deinfluencing': il trend di TikTok pieno di contraddizioni

L'era degli influencer
Il fenomeno del 'deinfluencing'
Ma che cos'è il 'deinfluencing'?
52 miliardi di visualizzazioni
Critica al consumo eccessivo e ai prodotti troppo costosi
L'ennesima strategia di marketing?
Riconquistare il loro pubblico
'Deinfluencing' equivale a 'influencing'?
Da un estremo all'altro
'Equilibrio e sfumature'
Dire a qualcuno di non comprare qualcosa è 'influencing'
Unirsi alla tendenza o resistervi
Non esiste la cattiva pubblicità?
'Influenzare' e 'deinfluenzare' favoriscono il coinvolgimento
Il 'deinfluencing' non promuove il consumo consapevole
La cultura dell'influencer è incompatibile con la promozione di un consumo responsabile
La gente vuole comprare la sostenibilità
Il consumo eccessivo è un problema molto più grande
Le aziende produttrici devono assumere la propria responsabilità
Economie circolari
Mettere in discussione il 'deinfluencing'
L'era degli influencer
Scorrendo le nostre pagine social, ormai siamo abituati a vedere influencer che ci dicono cosa comprare, cosa indossare e chi seguire.
Il fenomeno del 'deinfluencing'
Tuttavia, negli ultimi tempi su TikTok dilagano video di influencer che consigliano ai loro follower cosa non comprare. Questa nuova tendenza si chiama "deinfluencing".
Immagine: TikTok
Ma che cos'è il 'deinfluencing'?
"Deinfluencing" è un termine inventato di recente da alcuni creatori di contenuti, che invitano gli utenti a non acquistare determinati prodotti o che rivolgono critiche a certi prodotti diventati virali.
Immagine: TikTok
52 miliardi di visualizzazioni

Il termine è apparso per la prima volta all'inizio del 2023 e l'hashtag #deinfluencing conta oggi più di 52 miliardi di visualizzazioni.

Critica al consumo eccessivo e ai prodotti troppo costosi

I deinfluencer sono critici nei confronti del consumo eccessivo e degli alti prezzi di alcuni prodotti, mostrando anche alternative più economiche alle loro costose controparti.

Immagine: TikTok

L'ennesima strategia di marketing?
Questa nuova realtà potrebbe far apparire gli influencer come persone più oneste e autentiche. Ma è davvero così? O è solo l'ennesima strategia di marketing?
Riconquistare il loro pubblico

Come riporta Insider, secondo Alex Paquin, fondatore dell'agenzia pubblicitaria Zerotrillion, molti influencer stanno abbracciando questa tendenza per riguadagnare un po' di autenticità agli occhi del proprio pubblico.

'Deinfluencing' equivale a 'influencing'?
Inoltre, il "deinfluencing" e l'"influencing" sono considerati da molti, compresi i creatori, come due facce della stessa medaglia.
Da un estremo all'altro

"Dire a qualcuno che un prodotto è perfetto per tutti (cosa impossibile) suscita altrettanto sdegno che dire a qualcuno che un prodotto è il peggiore di tutti", scrive la beauty influencer Charlotte Palermino su Instagram.

'Equilibrio e sfumature'

"Quando vedrò l'equilibrio e le sfumature funzionare bene... allora riterrò che siamo ufficialmente 'deinfluenzati'", ha aggiunto Palermino.

Dire a qualcuno di non comprare qualcosa è 'influencing'
La TikToker Alyssa Kromelis, famosa per i video in cui mostra ai suoi follower alternative più economiche a prodotti costosi, ha ammesso che consigliare di non comprare qualcosa ha la stessa capacità di "influenzare" le persone rispetto a consigliare di comprare qualcos'altro.
Immagine: TikTok
Unirsi alla tendenza o resistervi
Inoltre, la pubblicità di determinati prodotti, anche se negativa, può generare cookies che mostrano ai consumatori anche la pubblicità positiva del prodotto, persuadendoli allo stesso tempo ad aderire a una tendenza e a resistervi.
Immagine: TikTok
Non esiste la cattiva pubblicità?
Secondo un famoso detto, la cattiva pubblicità non esiste. Sembra proprio il caso del "deinfluencing"...
'Influenzare' e 'deinfluenzare' favoriscono il coinvolgimento

Come sottolineano alcuni creatori, criticare un prodotto può essere altrettanto superficiale che promuoverlo ed entrambi servono al creatore per aumentare il coinvolgimento.

Immagine: TikTok

Il 'deinfluencing' non promuove il consumo consapevole
Inoltre, secondo molti creatori, il "deinfluencing" non offre consigli o informazioni utili per modificare le pratiche di consumo.
Immagine: TikTok
La cultura dell'influencer è incompatibile con la promozione di un consumo responsabile

Secondo Victoria Paris, un'influencer che è diventata famosa vendendo i suoi abiti usati, essere influencer è incompatibile con la promozione di un consumo responsabile.

Immagine: TikTok

La gente vuole comprare la sostenibilità
Victoria Paris spiega a The Rolling Stone che, pur pubblicizzando uno stile di vita sostenibile, gli utenti alla fine vogliono comprare i suoi vestiti e che un semplice video può portare al consumo di massa di un prodotto.
Immagine: TikTok
Il consumo eccessivo è un problema molto più grande
Ma anche la pratica del consumo individuale consapevole non porrà fine all'enorme problema del sovraconsumo, come sostengono gli esperti.
Le aziende produttrici devono assumere la propria responsabilità

Sebbene il raggiungimento di un consumo collettivo consapevole sia auspicabile, le aziende produttrici dovrebbero assumere la propria responsabilità, non solo di fronte alla pressione sociale ma anche davanti alla legge.

Economie circolari

Inoltre, sono necessari cambiamenti sistemici in grado di trasformare le società in economie circolari e di ridurre la produzione e l'uso di merci dannose per l'ambiente e, in ultima analisi, per le persone.

Mettere in discussione il 'deinfluencing'

Numerosi esperti hanno proposto soluzioni radicali al consumo eccessivo, ma nel frattempo, come individui, faremmo bene a mettere in discussione le nostre abitudini di consumo e a non farci trasportare dalla corrente del "deinfluencing".

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