Come si prospetta il futuro dell'Italia con Giorgia Meloni alla guida del paese?

Una vittoria annunciata
La reazione della stampa estera
All'estero sono preoccupati
I toni forti
'È finita la pacchia'
La vicinanza a Viktor Orbán e, soprattutto, a Andrzej Duda
'Dio, Patria e Famiglia', Mussolini e il saluto fascista
Non è Mussolini, è Mazzini?
È difficile non ritrovarci del fascismo
'Il fascismo ha avuto elementi positivi'
Diritti civili
Adozione per i single no, adozione per le coppie omogenitoriali no, maternità surrogata no
Il caso 'Peppa P i g'
Parole più forti in Spagna
'La cultura della vita'
Il problema degli obiettori di coscienza
Il COVID
Il modello Speranza e gli
E per quanto riguarda la transizione ecologica?
Estrazione di gas dai giacimenti nazionali
Le carceri
Il presidenzialismo Meloni-style
Presidenzialismo, ma come?
Una vittoria annunciata

I sondaggi l'avevano dato come vincitore assoluto per tutta la durata della campagna elettorale e le urne non li hanno smentiti. Alle elezioni del 25 settembre Fratelli d'Italia, guidato da Giorgia Meloni, ha ottenuto oltre il 26%, garantendosi il ruolo di primo partito del Paese.

La reazione della stampa estera

C'è preoccupazione in Europa per questa virata a destra della politica italiana, dopo l'esperienza Draghi che, comunque, aveva rassicurato la posizione europeista del Bel Paese e rasserenato gli animi (e la Borsa). Ma, a quanto si deduce dai risultati elettorali, la precedente leadership politica italiana era vissuta con serenità più al di là dei confini italici che al loro interno.

 

All'estero sono preoccupati

I principali quotidiani esteri, infatti, all'indomani delle elezioni hanno tradotto in parole le preoccupazioni dei vertici dell'Unione Europea, in primis, e degli Stati Uniti, nonostante in campagna elettorale Giorgia Meloni abbia evitato di sbilanciarsi troppo su numerose questioni.

Foto: screenshot https://www.nytimes.com

"Roma complica l'Ue"

"Roma complica l'Ue", si legge sul quotidiano spagnolo El País, che delinea un futuro difficile a livello decisionale per Bruxelles, soprattutto in un momento storico così delicato, con una guerra in corso, quella in Ucraina, e la crisi energetica che ne deriva e a cui l'Unione Europea anela a dare una risposta coesa.

I toni forti

Che l'Unione Europea sia preoccupata è comprensibile. Sebbene Giorgia Meloni abbia in più occasioni rivendicato una sua posizione moderata e non euroscettica per rassicurare i più, durante la campagna elettorale i toni utilizzati sono stati ben altri (e più concordi a quelli da lei adottati in passato).

'È finita la pacchia'

Davanti alle 5.000 persone radunate sotto il palco del suo comizio a Milano l'11 settembre, ad esempio, la numero 1 di Fratelli d'Italia ha dichiarato: "In Europa sono tutti preoccupati per Meloni al governo e si chiedono cosa succederà. Ve lo dico io cosa succederà: che è finita la pacchia e anche l’Italia si metterà a difendere i propri interessi nazionali come fanno gli altri", come riporta il Corriere della Sera.

La vicinanza a Viktor Orbán e, soprattutto, a Andrzej Duda

La linea, quindi, che la Meloni potrebbe seguire è quella dell'Ungheria di Orbán, ma, almeno da quanto si evince dalle sue stesse parole, anche quella di Andrzej Duda, presidente della Polonia, altro fervente sostenitore della 'difesa dei valori tradizionali'. Ricordiamo, infatti, che in Polonia nel 2021 la Corte Costituzionale ha riconosciuto la supremazia del diritto nazionale su quello europeo, come, in sintesi, sembrerebbe auspicare anche la leader di FdI.

Foto: Facebook Giorgia Meloni

'Dio, Patria e Famiglia', Mussolini e il saluto fascista

Quei 'valori tradizionali', tanto difesi dai partiti conservatori di estrema destra a cui Fratelli d'Italia si sente affine in Europa, vengono riassunti da tempo dalla politica romana con il motto "Dio, Patria e Famiglia", uno slogan largamente diffuso durante il ventennio fascista, insieme a "Credere, Obbedire, Combattere!" e "Autorità, Ordine, Giustizia!", come ricorda Enzo Bianchi su Repubblica.

Nella foto: una manifestazione a Roma nel 2019

Non è Mussolini, è Mazzini?

Eppure di questo motto la Meloni ne rinnega la matrice fascista, riportando la frase a chi per primo la pronunciò, ovvero Giuseppe Mazzini, figura di spicco del Risorgimento italiano. "È una rivendicazione della propria identità, ma rispettando gli altri. Patria, famiglia sono fondamentali, come l'identità religiosa credendo però nella laicità dello Stato" dirà la Meloni in un confronto con il leader del PD, Enrico Letta, su Corriere.tv.

È difficile non ritrovarci del fascismo

All'opinione pubblica e ai giornalisti e analisti politici, tanto in Italia come all'estero, costa, però, non ritrovare in queste parole le tracce di un passato post-fascista o comunque missino, così come sconcertano i comportamenti di alcuni degli integranti del partito guidato da Giorgia Meloni.

'Il fascismo ha avuto elementi positivi'

In campagna elettorale, ad esempio, Romano La Russa, fratello di Ignazio , numero 2 di FdI e fondatore del partito, è stato ripreso mentre faceva il saluto romano e gridava "camerata" durante il funerale del cognato. E non sembra neanche che in molti nel partito siano disposti a rinunciare alla figura stessa di Mussolini, se lo stesso Fabio Rampelli (nella foto), candidato FdI a Montecitorio, ha parlato di "elementi positivi" del fascismo alla rivista tedesca Stern.

Diritti civili

Tra le questioni che preoccupano maggiormente c'è la posizione del primo partito d'Italia in materia di diritti civili. Giorgia Meloni ha garantito, ad esempio, che la legge sulle unioni civili per le coppie dello stesso genere non sarà oggetto di modifiche (né in peggio, ma comunque neanche in meglio), mentre è stata decisamente più categorica sulle adozioni da parte dei single, i quali, come del resto è stato finora, potranno solo optare per l'affido (tranne in alcuni casi eccezionali).

Nella foto, un ragazzo sostiene un cartello con la scritta: "Oggi 'unito', ma quando 'marito'?"

Adozione per i single no, adozione per le coppie omogenitoriali no, maternità surrogata no

Considera "giusto che lo Stato non consenta l'adozione dei single", perché, nella sua ottica, "un bambino ha diritto a crescere con un padre e una madre". Niente adozioni per i single e niente adozioni per le coppie omogenitoriali di mamme e papà, quindi, a cui si aggiunge una strenua "lotta a ogni forma di maternità surrogata", come si legge nel programma di FdI.

Il caso 'Peppa P i g'

Non sono da dimenticare, poi, le parole del responsabile cultura di Fratelli d'Italia, Federico Mollicone, che chiese alla RAI di non mandare in onda un episodio della settima stagione del famoso cartone animato 'Peppa P i g', in cui una nuova amica di Peppa ha due mamme, additandolo come un "pericoloso indottrinamento ideologico" per i bambini.

FOTO: screenshot Youtube

Parole più forti in Spagna

Eppure in Spagna lo scorso giugno il suo tono era stato decisamente più duro e meno conciliante, quando la leader di Fratelli d'Italia ha lanciato dardi infuocati su diversi collettivi. Durante il comizio a sostegno di Macarena Olona, candidata alla presidenza dell'Andalusia per il partito di estrema destra spagnolo VOX, la Meloni, infatti, aveva dichiarato: "Sì alla famiglia naturale, no alla lobby LGBT. Sì all’identità s e s s u a l e, no all’ideologia di genere. Sì alla cultura della vita, no alla promozione della morte."

'La cultura della vita'

Dalle parole pronunciate a Marbella si intuisce quanto polemica sia stata anche la questione della legge 194, la norma che in Italia disciplina le modalità di accesso all'aborto. Dalle parole di Giorgia Meloni, pubblicate da Repubblica, leggiamo: "Non voglio abolire la 194, non voglio modificarla, ma applicarla integralmente anche nella parte che riguarda la prevenzione. Il che significa aggiungere diritti non toglierli".

Il problema degli obiettori di coscienza

Eppure nelle regioni governate dal suo partito, come le Marche, l'accesso all'interruzione della gravidanze non è comunque facile: nel 2021, stando ai dati inviati dalla stessa Regione, il 69% dei medici era obiettore di coscienza. E, secondo Wired, nelle Marche, in 4 delle 12 strutture per l'interruzione di gravidanza (Ivg) dove può essere praticato l'aborto, oltre l’80% di ginecologi è obiettore di coscienza: il 100% a Jesi, il 91% a Osimo, il 90% a Fano e il 82% a Senigallia. Questo problema è comune a molte altre regioni italiane, come ad esempio l'Abruzzo, dove la percentuale regionale di obiettori arriva all'80%: riconoscere questo come un problema sarebbe forse il passo fondamentale per sostenere la piena applicazione della 194.

Il COVID

Sempre nell'ambito della sanità, è controversa anche la posizione di FdI in materia di COVID. In primis, per quanto riguarda l'obbligo vaccinale (il vaccino non sarebbe più obbligatorio, ma solo consigliato) e poi per la gestione di possibili nuove ondate.

Il modello Speranza e gli "apprendisti stregoni"

"Non accetteremo più che l'Italia sia l'esperimento dell'applicazione del modello cinese a un paese occidentale. Con il modello Speranza siamo stati il paese con le più grandi restrizioni e il più alto numero di contagi. Non piegheremo più le nostre libertà fondamentali a questi apprendisti stregoni" ha dichiarato la Meloni sul palco di Piazza del Popolo a Roma, attaccando la gestione della pandemia da parte dell'ormai ex Ministro della Salute. In realtà, però, in Italia non è stato applicato il modello cinese "Zero COVID", come, invece, è stato fatto in Giappone e Nuova Zelanda, ad esempio.

E per quanto riguarda la transizione ecologica?

Altro tema caldo è rappresentato dalla lotta al cambiamento climatico. In realtà, sembra che cambierà poco (o praticamente nulla) in quanto a transizione ecologica, un argomento che non ha trovato molto spazio nel programma elettorale di Fratelli d'Italia o, comunque, non ha scaturito molte proposte concrete.

Nella foto: il fiume Po a Torino, durante l'emergenza siccità nell'estate 2022

Estrazione di gas dai giacimenti nazionali

Alle domande poste da Repubblica, Nicola Procaccini, europarlamentare e responsabile nazionale del Dipartimento Ambiente ed Energia di Fratelli d'Italia, ha parlato di "estrazione di gas naturale dai giacimenti nazionali, per rendersi meno dipendenti dall'importazione di gas dall'estero", ad esempio. Non si accenna, però, a come raggiungere quegli obiettivi climatici a cui l’Italia è soggetta a livello internazionale, tra cui il controllo delle emissioni.

Nella foto: una piattaforma per l'estrazione del gas al largo di Marina di Ravenna

Le carceri

"Sono giustizialista nella fase della pena. No alle alternative al carcere: in Italia, di fronte al sovraffollamento [delle carceri], invece di aumentare la capienza, depenalizziamo i reati. Inseriremo l'obbligo di rientro per chi deve scontare la pena nel proprio paese e così liberiamo le carceri dagli immigrati". È questa la soluzione proposta da Giorgia Meloni: in parole povere, gli immigrati scontino la loro pena a casa loro.

Il presidenzialismo Meloni-style

Ma il vero punto chiave del programma di Fratelli d'Italia è uno: il presidenzialismo. Sempre dal palco di Piazza del Popolo, la numero 1 della destra italiana ha dichiarato, come riportato da Repubblica: "Faremo una riforma in senso presidenziale delle istituzioni italiane, e saremo felici se la sinistra vorrà darci una mano. Ma se italiani ci daranno i numeri lo faremo comunque".

Presidenzialismo, ma come?

Gli italiani, alla fine, le hanno dato i numeri sufficienti. Resta solo da vedere a che tipo di modifica della Costituzione si riferisce: se diretta a modificare la forma di elezione della presidenza della Repubblica, trasformandola in diretta, come avviene in Francia, o se il suo obiettivo è quello di aumentare i poteri di un altro presidente: quello del Consiglio.

Ancora