Frank Vandenbroucke: da grande speranza del ciclismo alla morte, solo, in un hotel

Una storia di famiglia
Una vita complicata
In una famiglia di ciclisti
Campione belga di atletica all'età di 11 anni
Un esordio strepitoso
Un campione
1994 - Lotto
1995 - Mapei
Un'impressionante serie di successi
La speranza del ciclismo mondiale
1999 - Cofidis
Un corridore con carattere
Un duello ad alta quota
La sospensione
L'apice della sua carriera
Mancanza di motivazione
La rovina
Un'altra sospensione
2003: una breve resurrezione
2004-2006: il crollo
Tentò di togliersi la vita
2008: un'altra accusa
2009: morte in una stanza in Senegal
Una storia di famiglia

Il ciclismo belga ha prodotto innumerevoli corridori di talento. Tre di loro portano il nome di Vandenbroucke: Jean-Jacques (il padre), Jean-Luc (lo zio) e Frank (il figlio). Quest'ultimo, sicuramente il più talentuoso dei tre, è quello che purtroppo ha subito il destino più tragico.

Una vita complicata

Una delle grandi speranze del ciclismo mondiale alla fine degli anni '90, il belga non è stato all'altezza del suo potenziale. Entrò in un circolo vizioso di d oping e non è mai riuscito a uscirne. Questa è stata la vita tormentata di Frank Vandenbroucke.

In una famiglia di ciclisti

Frank Vandenbroucke è nato il 6 novembre 1974 a Mouscron, in Belgio. Figlio e nipote di due ciclisti da corsa, sembrava destinato a dedicarsi al ciclismo. Purtroppo, all'età di quattro anni è stato investito da un pilota di rally mentre era in sella alla sua bicicletta e ha dovuto subire diverse operazioni al ginocchio sinistro.

Campione belga di atletica all'età di 11 anni

Il giovane si è dedicato all'atletica all'età di otto anni e, a 11 anni, è stato incoronato campione belga nella sua categoria.

Un esordio strepitoso

Solo nel 1989, all'età di 14 anni, decise di tornare al ciclismo. Il suo debutto fu un successo clamoroso, con otto vittorie nel 1990 e 15 nel 1991.

Un campione

Nel 1992 confermò tutte le speranze riposte in lui diventando campione belga juniores e arrivando terzo ai campionati mondiali juniores di Atene. Le ruote si erano messe in moto.

1994 - Lotto

Nel 1994, all'età di 19 anni, entra a far parte della squadra Lotto allenata dallo zio Jean-Luc. Quell'anno vinse una tappa del Giro del Mediterraneo e fu anche selezionato per la squadra belga ai campionati del mondo.

1995 - Mapei

L'anno successivo decise di unirsi alla squadra Mapei di Patrick Lefevere e vinse la classica Parigi-Bruxelles. Purtroppo fu costretto a interrompere la stagione a causa di un dolore al ginocchio sinistro.

Un'impressionante serie di successi

Nonostante questo dolore, il belga continuò a stupire nelle gare, vincendo il Grand Prix de Plouay nel 1996, il Giro d'Austria nel 1996, la Gand-Wevelgem nel 1998 e soprattutto la Parigi-Nizza dello stesso anno.

La speranza del ciclismo mondiale

All'epoca Frank Vandenbroucke aveva 23 anni ed era considerato il futuro del ciclismo mondiale. Classificato al 9ᵉ posto nella classifica UCI, era tra i migliori corridori al mondo.

1999 - Cofidis

Per raggiungere il top, si è unito alla squadra francese Cofidis, di cui è il leader. Vincitore del Grand Prix La Marseillaise, arriva al Giro delle Fiandre come outsider. Nonostante una caduta ai piedi del Gramont, riesce a rimontare e ad arrivare secondo in volata.

Un corridore con carattere

Il podio fu una testimonianza del talento e dell'abnegazione del giovane. Frank Vandenbroucke lo avrebbe dimostrato ancora una volta pochi mesi dopo con la più grande vittoria della sua carriera: la Liegi-Bastogne-Liegi.

Un duello ad alta quota

Dopo un duello senza respiro con il suo rivale Michele Bartoli, è partito da solo a pochi chilometri dall'arrivo per vincere in solitaria con 30 secondi di vantaggio. La stampa fu unanime: questo ragazzo era un prodigio.

La sospensione

Durante il suo periodo con la Cofidis, il belga è stato legato all'omeopata francese Bernard Sainz, che gli forniva prodotti d opanti. Il tribunale francese lo scagionò, ma la Cofidis lo sospese per diverse settimane.

L'apice della sua carriera

Frank Vandenbroucke ha concluso la sua stagione 1999 con due vittorie al Giro di Spagna e il terzo posto nella classifica UCI. Il giovane era al top della forma.

Mancanza di motivazione

Nel 2000, il belga divenne sempre meno assiduo e impegnato. Si allenò meno e i suoi risultati ne risentirono: quell'anno non vinse nemmeno una gara e nel 2001 firmò per una nuova squadra: la Lampre.

La rovina

Questa stagione si sarebbe rivelata la rovina per il belga, che non era più coinvolto nella sua carriera. Assente dagli allenamenti, la Lampre decise di non rinnovargli il contratto.

Un'altra sospensione

Il 2002 è stato un anno ancora più complicato per Frank Vandenbroucke. Il 27 febbraio 2002, a casa sua furono trovate diverse sostanze proibite, tra cui E P O, clen bu terolo e mo rfina, e il belga fu sospeso per sei mesi.

2003: una breve resurrezione

Nel 2003 si unisce alla Quick Step-Davitamon e, contro ogni pronostico, mette a segno un brillante colpo al Giro delle Fiandre arrivando secondo. Questa svolta è stata di breve durata e il 29enne non è stato mantenuto dalla Quick Step.

2004-2006: il crollo

Gli anni successivi furono un lungo calvario per il ciclista, che passò da una squadra all'altra senza ottenere alcun successo, a parte qualche piazzamento d'onore (sesto alla Parigi-Nizza e settimo alla Flèche Wallonne nel 2004). Nel 2006 fu costretto a dimettersi dalla sua squadra Unibet.com.

Tentò di togliersi la vita

Oltre alla sua mancanza di professionalità, Frank Vandenbroucke soffriva regolarmente a causa di un infortunio al ginocchio sinistro e dovette subire diverse operazioni. Nel 2007 il ciclista belga ha tentato di togliersi la vita. Il suo amico e compagno di squadra Nico Mattan lo ha riportato ad allenarsi e Frank Vandenbroucke è diventato più attivo.

2008: un'altra accusa

L'anno successivo fu terribile per l'uomo ormai noto come "l'enfant terrible". La stampa belga rivelò che il ciclista aveva assunto sostanze s t u pefacenti.

2009: morte in una stanza in Senegal

Il 12 ottobre 2009 è stato trovato morto in una stanza d'albergo a Saly Portudal, in Senegal, mentre era in vacanza. Le circostanze della sua morte ancora oggi rimangono sconosciute.

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