La tragica storia di Fabio Casartelli, il campione morto nel '95 dopo una caduta di gruppo al Tour de France

La tragica storia di Fabio Casartelli
La carriera di un vero campione
Appassionato di bici grazie a papà Sergio
Le Olimipiadi di Barcellona 1992
Talento e audacia
Il primo a vincere dal 1968
L'inizio della popolarità
Il debutto tra i professionisti
Alla Motorola
Vuelta a Murcia e Giro di Svizzera
Tour de France 1995
Una caduta di gruppo
Inutile la corsa in ospedale
Una tragedia che si poteva evitare, forse
La vittoria di Armstrong
Ha lasciato la moglie Annalisa e suo figlio Marco
Le parole di sua madre Rosa
Gli occhi di un campione
La tragica storia di Fabio Casartelli

Erano gli anni '90 e Fabio Casartelli era l'astro nascente del ciclismo italiano. Aveva già all'attivo delle importanti vittorie e sembrava destinato a un futuro ancora più brillante. La sua vita, però, sarà segnata da un tragico e drammatico epilogo. Questa è la sua storia.

La carriera di un vero campione

Il tragico evento che troncherà la vita del campione italiano avviene in gara, durante il Tour de France, il 18 luglio 1995. A quasi trent'anni dalla sua scomparsa, vogliamo ricordare le gesta del famoso ciclista dagli occhi sempre sorridenti, ripercorrendo la sua incredibile carriera fino, purtroppo, alla sua ultima corsa.

Appassionato di bici grazie a papà Sergio

Fabio Casertelli è nato a Como il 16 agosto 1970 e sin da giovanissimo si è appassionato alla bici grazie a suo padre Sergio, un corridore dilettante.

Le Olimipiadi di Barcellona 1992

"Ottimo passista, veloce in volata e resistente su strappi non eccessivamente impegnativi", come descritto in un articolo a lui dedicato da azzurridigloria.com, Fabio Casartelli ha iniziato a farsi un nome grazie alle Olimpiadi di Barcellona 1992.

Talento e audacia

Nei famosi giochi olimpici della città catalana, Casartelli ha dimostrato a tutti di che stoffa era fatto, mettendo in pista il talento e l'audacia che lo hanno spinto verso la vittoria.

"È Casartelli in testa! Casartelli è medaglia d’oro!"

Queste le parole della telecronaca di Adriano De Zan, riportata da Azzurridigloria: "Ozols lancia lo sprint con Dekker in seconda posizione e Casartelli in terza. Siamo alle fasi conclusive. Casartelli ora è in seconda posizione. Siamo a trecento metri e nessuno dei tre per ora lancia lo sprint perché tutti e tre sanno di essere estremamente veloci. Ecco ora che parte Casartelli, è partito Casartelli! È Casartelli in testa! Casartelli è medaglia d’oro! Medaglia d’argento per l’olandese, bronzo per il lettone".

"È una sensazione bellissima"

Queste, invece, furono le parole del giovane corridore, subito dopo la vittoria riportate dal media succitato: "Non sono molti i corridori italiani ad aver vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi nella corsa su strada. Io, adesso, entro in questo club di eletti. È una sensazione bellissima. Ho subito ripensato alla lunga trafila per arrivare a questo traguardo. E alla gioia che avevo regalato al mio paesino”.

Il primo a vincere dal 1968

Era dal 1968 che un corridore italiano non riusciva a salire su quel podio, motivo in più per festeggiare la grande vittoria di Fabio Casartelli a Barcellona.

L'inizio della popolarità

Ovviamente la vittoria alle Olimpiadi 1992 ha avuto un impatto significativo nella carriera del giovane ciclista, che da quel momento in poi ha vissuto una popolarità sempre crescente.

Il debutto tra i professionisti

Nel 1993 il giovane comasco fece il suo debutto da professionista con la squadra Ceramiche Ariostea di Giancarlo Ferretti, con la quale vinse la tappa di Flero alla Settimana Ciclistica Bergamasca e in giugno la classifica finale del G.P. Lotteria al Giro d'Italia.

Alla Motorola

L'anno successivo passò alla ZG Mobili, partecipando per la prima volta al Giro d'Italia, mentre nel 1995 entrò a far parte della statunitense Motorola, capitanata dal campione del mondo 1993 Lance Armstrong.

Vuelta a Murcia e Giro di Svizzera

Da gregario, Casartelli in quell'anno ha partecipato alla Vuelta a Murcia, dove si è piazzato al terzo posto in una frazione, e al Giro di Svizzera, anche qui terzo posto nella tappa di Zugo.

Tour de France 1995

Nel 1995 partecipa anche al Tour de France, che, purtroppo, sarà lo scenario del fatale incidente durante la quindicesima tappa della Grande Boucle, da Saint-Girons a Cauterets del 18 luglio.

Una caduta di gruppo

Intorno alle ore 12, durante la discesa dal Colle di Portet-d'Aspet verso Ger-de-Boutx si verificò una caduta di gruppo: le telecamere che stavano riprendendo la scena si soffermarono a lungo su un corpo a terra e immobile.

Inutile la corsa in ospedale

Si trattava di Fabio Casartelli, rimasto coinvolto nella tragica caduta. Il giovane ciclista italiano aveva fatalmente colpito un paracarro con la testa. La corsa in elicottero all'ospedale non servì a salvargli la vita. Alle 14 venne dichiarato morto dopo tre arresti cardiaci e senza aver mai ripreso conoscenza.

Una tragedia che si poteva evitare, forse

All'epoca non vi era ancora obbligo del casco, introdotto soltanto nel 2004, dopo la tragica morte di un altro corridore, Andrej Kivilëv. Casartelli, nel momento della caduta, non lo indossava e forse usarlo avrebbe potuto evitare quanto accaduto.

La vittoria di Armstrong

Il Tour de France proseguì. Il giorno dopo, la sedicesima tappa fu neutralizzata, mentre a vincere il Tour fu Lance Armstrong che dedicò la vittoria al compagno di squadra appena scomparso.

Ha lasciato la moglie Annalisa e suo figlio Marco

Un perdita drammatica, non solo per il mondo dello sport ma anche per la sua famiglia. A piangere la sua prematura scomparsa, oltre sua madre Rosa e suo padre Sergio, anche Annalisa, con la quale si era sposato da soli due anni. La coppia aveva appena avuto un figlio, Marco, che aveva soltanto due mesi al momento della tragedia.

Le parole di sua madre Rosa

"Un ragazzo semplice, non è mai cambiato. Tutti lo ricordano come persona umile", queste le parole di sua madre Rosa durante un'intervista per Tuttobiciweb del 2020, in occasione dell'anniversario della sua scomparsa.

Gli occhi di un campione

Per tutti quelli che hanno avuto modo di vivere la sua avventura su due ruote, sarà difficile dimenticare quegli occhi sorridenti e felici sul podio di Barcellona nel 1992, gli occhi di un vero campione, colui che ha contribuito a scrivere una delle pagine più cruciali nella storia del ciclismo italiano.

Vedi anche: Marco Pantani: 25 anni dalle straordinarie imprese del Pirata al Giro d'Italia e al Tour de France 1998

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