Leggenda della Roma degli anni '80: cosa ha fatto Toninho Cerezo dopo il ritiro?
La fama di Toninho Cerezo in Italia nel corso degli anni '80 era così diffusa che il suo nome venne citato in una battuta del film "Vacanze di Natale" del 1983, uno dei film più popolari dell'epoca. Scopriamo che fine ha fatto, esplorando la sua vita dentro e fuori dal campo di calcio.
Nato nel 1955 a Belo Horizonte e figlio di artisti circensi, Antônio Carlos Cerezo, così come altri grandi calciatori della sua epoca, è cresciuto in povertà. A soli 7 anni, la sua vita viene improvvisamente sconvolta dalla perdita del padre.
Il suo amore per il pallone non tarda a emergere. All'età di 12 anni viene scoperto dall'allenatore Ze das Camisas che lo invita ad andare ad allenarsi con l'Atletico Mineiro, il club più importante della città.
Con la maglia dell'Atletico Mineiro riesce a dimostrare le sue incredibili e sopraffine qualità sia nelle giovanili che nel professionismo. Nel club di Belo Horizonte, vinse diversi campionati e si affermò come uno dei migliori centrocampisti del Brasile.
Dotato di una grande visione di gioco e, soprattutto, di una grande capacità di coprire ogni area del centrocampo, Cerezo si distingueva per la sua abilità negli inserimenti offensivi, elemento che lo rendeva particolarmente temuto dagli avversari.
Del suo inestimabile talento se ne accorse anche l’allora presidente della Roma, Dino Viola, che nel 1983 lo volle a tutti i costi in squadra, specialmente dopo aver avuto prova delle sue doti in campo durante i Mondiali di Spagna '82. Con i giallorossi, Toninho Cerezo rimase fino al 1986 (70 presenze e 13 reti, secondo il Corriere) contribuendo alla vittoria dello scudetto nel 1983.
"Non sono stato il più forte giocatore della storia della Roma, ma credo di essere stato il più amato", ha dichiarato anni dopo al sito della Hall of Fame giallorossa, come riportato da Goal.com.
Qualche anno dopo, riuscì a ottenere altri successi, questa volta con la maglia blucerchiata, con la quale vinse lo scudetto nella stagione 1990-91. Nella Samp, Cerezo rimase per sei anni, fino al 1992 per un totale di 145 presenze e 14 reti, secondo il Corriere della Sera.
Durante la sua permanenza a Genova, oltre allo scudetto, Cerezo vinse 2 Coppe Italia (1987/88 e 1988/89), la Coppa delle Coppe nel 1989/90 una Supercoppa Italiana nel 1991, secondo Goal.com.
Dopo il successo in Italia, il centrocampista tornò in Brasile, giocando per il São Paulo FC, con il quale vinse il Campionato Paulista nel 1992, la Copa Libertadores del 1993 e 2 Coppe Intercontinentali.
Toninho Cerezo è stato un esempio di dedizione allo sport, riuscendo a competere ai più alti livelli fino all'età di 43 anni, concludendo la sua carriera da giocatore nel 1998. Tornerà in Italia, nel 2011, non più come giocatore, ma come osservatore per il mercato estero della Sampdoria.
Con la maglia della Nazionale brasiliana è stato protagonista di due Mondiali, quello del 1977 (terzo posto per il Brasile) e quello del 1982 (Brasile eliminato a sorpresa dall'Italia ai quarti di finale, un'Italia che quell'anno alzò la sua terza Coppa del mondo). Oltre ai Mondiali, va segnalato anche un terzo posto nella Copa America del 1979.
Dopo il ritiro, Cerezo ha intrapreso la carriera da allenatore, guidando varie squadre in Brasile e all'estero. Tra i club allenati ricordiamo Vitória, Atlético Mineiro e Kashima Antlers in Giappone, dove riscosse un notevole successo vincendo il campionato giapponese e la Coppa dell'Imperatore.
L'ex calciatore ha avuto quattro figli, tra questi Lea T, fino a qualche anno fa Leandro, oggi modella conosciuta a livello internazionale e che lui ha sempre sostenuto, come è possibile leggere in una lettera riporta dal sito Calciomercato e letta dalla stessa ragazza durante un'intervista alla trasmissione "Invasioni Barbariche".
"Non possiamo essere bravi in tutto, e tu, Lea T. Cerezo sai fare molto più che semplici palleggi. Hai avuto il coraggio, con eleganza di tentare di rompere i paradigmi e di mostrare al mondo che dobbiamo accettare le differenze, essere tolleranti con la diversità. Capire e non giudicare ciò che non conosciamo. Il cammino può essere lungo ma sicuramente non sarà lo stesso senza di te. Bambino o bambina, Leandro o Lea, non importa più. Sarò sempre tuo padre e tu, orgogliosamente, una parte di me".
Cerezo, nonostante siano trascorsi molti anni, si sente ancora legato all'Italia, come ha dichiarato in un'intervista del 2020 riportata dal Corriere della Sera: "Se a Genova penso ancora? Volete scherzare? Ho casa a Genova oltre che a Belo Horizonte. Qui vivono due figlie e diversi nipoti."
"Sento sempre i vecchi compagni. Lanna, Vierchowod, il Mancio, Vialli, tutti. La nostra forza era essere una famiglia prima che calciatori. E le famiglie non si perdono".
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